Xi Jinping ordina alle Forze armate di prepararsi a combattere

Il budget militare crescerà del 6,1% nonostante la crisi per la pandemia. Esercito di liberazione del popolo: dobbiamo difenderci dai nemici esterni e dal separatismo interno. Taiwan nel mirino. Esperti: per la difesa i cinesi spendono più di quanto dichiarano.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’Esercito di liberazione del popolo deve essere pronto a combattere e deve migliorare le proprie capacità militari. È l’ordine impartito ieri dal presidente Xi Jinping alle Forze armate durante i lavori dell’Assemblea nazionale del popolo, riunita dal 22 maggio per la sua sessione annuale.

Il budget militare aumenterà del 6,6% quest’anno, attestandosi sui 1270 miliardi di yuan (162 miliardi di euro). L’incremento è stato deliberato malgrado la crisi economica dovuta alla pandemia. Nel primo trimestre dell’anno il Pil cinese ha visto infatti una decrescita del 6,8%, il primo crollo in territorio negativo dal 1976.

Secondo il Sipri, nel 2019 Pechino ha destinato 213,8 miliardi di euro al potenziamento delle sue forze armate, un aumento del 5,1%: molti osservatori pensano che la stima reale sia molto maggiore.

Per Defense One, il budget militare cinese è in realtà l’87% di quello degli Stati Uniti, che è pari a 674,4 miliardi di euro. Ciò spiega come la Cina possa mantenere in servizio attivo 2 milioni di soldati, quasi il doppio degli Usa, e mettere in servizio 14 navi da guerra all’anno contro le 5 della Marina statunitense.

Wu Qian, portavoce del ministero della Difesa, ha dichiarato che l’aumento della spesa militare è giustificato “dall’unilateralismo” di alcune nazioni, accusate di turbare l’ordine internazionale con le loro politiche: un chiaro attacco agli Stati Uniti. L’altra minaccia per Pechino è quella del separatismo interno. Il riferimento è in particolare a Taiwan e alla sua presidente Tsai Ing-wen, considerata dai cinesi una pericolosa leader indipendentista. Per il Partito comunista, l’isola è una provincia ribelle da riportare solo il controllo della madrepatria, anche con la forza se necessario.