Kolkata, suore di Madre Teresa distribuiscono cibo a 40mila famiglie
di Nirmala Carvalho

Le Missionarie della carità, con un camion e un’ambulanza, girano diversi slum e baraccopoli della metropoli. I pacchi dono che contengono riso, zucchero, farina di grano, legumi secchi, lenticchie. Destinatari sono poveri, disoccupati e migranti colpiti dal lockdown. In arrivo il ciclone Amphan, con venti a 185 km/h. Milioni di persone evacuate in India e Bangladesh.


Kolkata (AsiaNews) – Le Missionarie della carità, le suore di Madre Teresa, hanno distribuito cibo e razioni per 40mila famiglie. La distribuzione avviene in diverse parti della metropoli di quasi 15 milioni di abitanti, ma soprattutto nella zona poverissima di Howrah.

L’arcivescovo di Kolkata, mons. Thomas D’Souza è ammirato: “E’ un grande aiuto per la gente di Howrah, che è una delle zone più povere della città. Suor Prema [la superiora generale delle Missionarie della carità] ha distribuito anche lei personalmente i pacchi dono a Howrah. La polizia

Le ha aiutate a districarsi nel labirinto della baraccopoli”.

Dal 24 marzo, con poche ore di preavviso, il governo indiano ha decretato un lockdown (quarantena per la popolazione e le attività industriali, commerciali e i trasporti). Centinaia di milioni di persone hanno perso il loro lavoro a giornata e la paga, rimanendo senza cibo e senza tetto. Molti di loro sono migranti venuti in città per trovare lavoro, e ora impossibilitati a tornare ai loro villaggi.

P. Dominic Gomes, vicario generale dell’arcidiocesi, commenta: “Le Missionarie della carità sono proprio sulla linea del fronte, in mezzo ai più poveri dei poveri generati dal lockdown. Quello che fanno è un enorme servizio umanitario verso coloro che sono rimasti senza alcun aiuto e dimenticati”.

Dall’inizio del lockdown, che è stato esteso fino al 31 maggio, le varie case delle suore di Madre Teresa stanno distribuendo cibo negli slums e nelle baraccopoli più remoti di Kolkata.

Le suore offrono i pacchi dono che contengono riso, zucchero, farina di grano, legumi secchi, lenticchie. Girano nei diversi quartieri con un camion e un’ambulanza nel caso che qualcuno die poveri fosse malato. Una volta che la distribuzione è completa in una zona, si muovono in un’altra.

Mons. D’Souza ricorda che in questi giorni in molte diocesi si sta celebrando la “Settimana Laudato si’”, per riflettere sui cambiamenti climatici e sulle prospettive di un’ecologia integrale, “ma con il lockdown  - spiega – siamo molto limitati. La nostra preoccupazione più immediata è trovare il modo di aiutare tutti questi poveri, disoccupati e migranti”.

Allo stesso tempo, aggiunge, “ci stiamo preparando all’arrivo del ciclone Amphan”, che si sta avvicinando alle coste del Bengala con venti a 185 km/h. Milioni di persone vengono evacuate in India e Bangladesh.

“Questo ciclone – continua mons. D’Souza - ha a che fare con la Laudato si’ perché è un segno del devastante effetto delle attività umane sull’ambiente. Deforestazione selvaggia, uso di gas per l’industria, inquinamento, riscaldamento globale provocano cambiamenti climatici che rendono i cicloni ancora più dannosi”.