Assad, continueremo la battaglia per la liberazione di tutta la terra siriana
di Pierre Balanian

Domani riapre l’aeroporto di Aleppo, chiuso da anni. Replicando direttamente alle minacce turche il Presidente siriano ha affermato che  “prosegue la battaglia per la liberazione dell’hinterland aleppino e di Idlib”.


Damasco (AsiaNews) - Dopo una chiusura durata anni riapre questa settimana l’aeroporto di Aleppo dopo che l’esercito siriano è riuscito a garantire in pieno la sicurezza dell’hinterland di Aleppo riconquistando quasi l’intera provincia nel corso della settimana scorsa.

L’aeroporto di Aleppo era caduto sotto il controllo delle fazioni armate anti governative nel 2012 quando la parte est della città era finita nelle mani dei ribelli e delle organizzazioni terroristiche di Al Nosra e Daeshi.

I lavori di ammodernamento dell’aeroporto erano iniziati nel 2016 mentre nel 2017 era stato effettuato un primo volo sperimentale dalle piste ristrutturate. Il Ministero dei trasporti siriano ha fatto sapere che il primo aereo ad atterrare mercoledì, dopo la riapertura ufficiale dell’aeroporto, sarà un volo nazionale proveniente da Damasco, poi seguiranno voli nazionali ed internazionali già programmati fra i quali voli diretti Aleppo-Cairo.

Poche ore dopo la notizia dell’imminente riapertura dell’aeroporto di Aleppo e in una rara e inconsueta diretta televisiva è apparso ieri sera il presidente siriano Bashar Al Assad per pronunciare un discorso di pochi minuti trasmesso anche da molte emittenti tv nazionali e panarabe. “Aleppo è ormai  sicura’’ ha annunciato riferendosi alle vittorie dell’esercito regolare, che è riuscito dopo otto anni a liberare l’hinterland occidentale di Aleppo da dove continuavano a partire missili causando morti e feriti fra i civili. “Questa liberazione - ha continuato Assad - non significa la fine della guerra, ne’ la fine dei piani (stranieri), ne’ tantomeno la fine del terrorismo, e neanche la resa dei nemici, ma indica con certezza la premessa per la, prima o poi,  sconfitta totale”.

Replicando direttamente alle minacce turche il Presidente siriano ha affermato che  “prosegue la battaglia per la liberazione dell’hinterland aleppino e di Idlib, indipendentemente dalle vuote chiacchiere provenienti dal nord… cosi come prosegue la battaglia per la liberazione di tutto il suolo siriano, per schiacciare il terrorismo e per ripristinare la stabilità’’. L’esercito siriano ha detto ancora Assad, “non sarà altro che quello che è sempre stato un esercito dal popolo e per il popolo”. Ha anche ricordato nei suoi ringraziamenti i combattenti alleati russi  (senza nominarli) definendoli  “fratelli, amici ed alleati”.

Una fonte militare siriana ha riferito ad AsiaNews che i turchi sono rimasti stupiti della caduta delle linee difensive di Al Rifeyn che si estendono dalla zona sud ovest di Aleppo fino ai confini sud orientali di Idlib. Davanti all’incapacità dei miliziani sostenuti dalla Turchia di resistere all’avanzata siriana l’esercito turco è penetrato con forza colpendo direttamente e pensando erroneamente che quest’azione avrebbe fermato l’avanzata dell’esercito siriano. La Turchia ora ha dovuto costruire in fretta, secondo la fonte militare , una nuova linea difensiva che è diventata ormai l’ultima possibile prima del confine siro-turco di Bab el Hawa.

La battaglia per la riconquista di Idlib continua mentre i ministri degli esteri turchi e russi, riuniti a Mosca per un incontro di due giorni, cercano di evitare la deflagrazione. Il governo siriano ha annunciato ieri l’apertura di altri due corridoi umanitari mentre continua il dramma dei civili che fuggono dalle zone dei combattimenti. La decisione di riconquistare Idlib diventata la regione con il più alto concentramento di terroristi e mercenari al mondo o almeno liberare l’autostrada Aleppo Latakia è stata a quanto pare adottata a Damasco e questa volta nulla e nessuno sembra capace di fermare l’avanzata dell’esercito siriano.