Studenti del Bangladesh bloccati in Cina dal coronavirus
di Sumon Corraya

Reclusi nelle loro università, hanno problemi a reperire beni di prima necessità. Il governo di Dhaka impedisce ogni rientro dalla Cina, mentre l’economia del Paese subisce i primi contraccolpi dell’epidemia.


Dhaka (AsiaNews) – “Non possiamo uscire dall’università. Passiamo le giornate pregando e guardando la TV”. È il racconto di Biplob Nathan, un cattolico 33enne dal Bangladesh che studia in una università nella provincia cinese del Zhejiang, e si trova a dover far fronte alle limitazioni imposte dalle autorità cinesi per arrestare la diffusione del coronavirus di Wuhan.

Lo studente è arrivato in Cina nel settembre 2019 per seguire un master in Educazione. “Siamo preoccupati dal crescente numero di vittime dell’epidemia. L’università accoglie 12mila studenti e ci proteggiamo con le maschere. La città è deserta, nessuno esce in strada, e i prezzi per i beni di prima necessità sono aumentati”, dichiara ad AsiaNews.

Dipan Roy, uno studente indù dal Bangladesh che frequenta la Three Gorges University di Yichang (Hubei), vicina all’epicentro dell’epidemia, dice che 172 connazionali studiano in questo istituto. “Abbiamo problemi a trovare cibo, c’è ormai una crisi alimentare in città, e non sono attivi né bus né treni. Non sappiamo fino a quando potremo resistere in queste condizioni”.

Circa un migliaio di cittadini bangladeshi si trovano in Cina per motivi di studio, e solo in pochi sono riusciti a fare ritorno nel proprio Paese.

“Non tornerò in Bangladesh, non voglio rischiare di diffondere il virus”, sostiene Biplob, che viene dalla diocesi di Khulna. Il ministro della Salute di Dhaka, Zahid Malik, ha invitato la scorsa settimana i connazionali che vivono in Cina a non fare ritorno a casa.

Secondo dati del ministero, in 312 sono rientrati dalla Cina finora, e si trovano in quarantena nel campo di Ashkona Hajj. Al momento nessun caso di infezione è stato registrato, nemmeno tra i residenti di nazionalità cinese – un lavoratore bangladeshi è stato trovato però positivo a Singapore.

Ma la crisi epidemica comincia ad avere effetti negativi sull’economia del Bangladesh, che ha un ruolo di rilievo nella Belt and Road Initiative, il progetto cinese per ampliare le reti commerciali tra Asia, Africa ed Europa. Particolarmente colpito è il comparto delle costruzioni, ma anche l’elettronica, dato che il Paese importa molti computer dalla Cina, come evidenziato ad AsiaNews da Nazrul Islam, un importatore del settore.