Radicale indù ‘unge’ i cristiani con acqua e sterco di vacca, come i dalit
di Nirmala Carvalho

La “benedizione” è uno dei tipici rituali di purificazione per i fuori casta, considerati impuri per nascita. In Uttar Pradesh gli ultranazionalisti identificano 30 luoghi per le “conversioni forzate”. Sacerdote: “La conversione esiste ed è un diritto personale. Le persone non lasciano la propria cultura e le buone pratiche, ma abbandonano la stregoneria e l’adorazione degli spiriti malvagi”.


Mumbai (AsiaNews) – Insegue un gruppo di cristiani e li “unge” con acqua mescolata a sterco di vacca, nel tentativo di “purificarli” dalla loro fede: è accaduto a Machilipatnam Mandal, nel distretto di Krishna, in Andhra Pradesh. Il video è stato pubblicato ieri sui social e ha avuto migliaia di visualizzazioni. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), denuncia l’ennesimo episodio discriminatorio della minoranza cristiana. “Questa – dice – è la condizione patetica in cui vivono i cristiani, disonorati in maniera pubblica perché osannano il nome di Gesù”.

Il leader cristiano spiega: “Acqua e letame di vacca di solito sono utilizzati per i rituali di purificazione, in particolare nel caso in cui i dalit tocchino qualcosa, tale da rendere il posto o l’oggetto ‘impuro’. Sotto il video è stata pubblicata una risposta in cui chi scrive sostiene che ‘i pastori cristiani venuti per fare propaganda e conversioni forzate sono stati messi in fuga gettando sul loro viso l’acqua mista a sterco’. Negli Stati Telugu [Andhra Pradesh e Telangana, ndr] questo gesto è considerato un modo spregevole per mostrare disappunto verso coloro che fanno visita”.

In India la vacca è l’animale sacro della religione indù. Alcuni gruppi di fanatici nazionalisti che si auto-denominano “protettori delle vacche” giustificano come “dovute” le violenze contro chiunque non le veneri. Nonostante la sacralità che lo circonda, una volta morto l’animale non può più essere toccato dai membri delle caste elevate. Smaltire le carcasse è un compito che spetta ai dalit, gli ex “fuori casta”.

Sajan K George condanna l’episodio ed evidenzia un altro aspetto preoccupante: “In Uttar Pradesh il Vishwa Hindu Parishad [Vhp, gruppo ultranazionalista indù] ha identificato 30 luoghi in otto distretti in cui i missionari cristiani svolgerebbero conversioni forzate. Poi ha promesso che metterà al vaglio tutte le conversioni dall’induismo e i suoi attivisti accompagneranno i santoni nei luoghi in cui gli indù hanno abbracciato il cristianesimo”. Il presidente del Gcic è preoccupato perché “questi posti diventeranno facili bersagli dell’estrema destra nazionalista, che imporrà il suo regno del terrore tra la vulnerabile minoranza pentecostale dell’Uttar Pradesh”.

P. Vineet Vincent Pereira, arrestato con l’accusa di conversione forzata, afferma: “La conversione esiste. È un dato di fatto ed è un diritto della persona. È una conversione di vita. Nei pochi centri di preghiera, le persone accorrono in massa per pregare. Essi sperimentano guarigioni, pertanto abbandonano le antiche convinzioni e accettano Cristo. Le persone non lasciano la propria cultura e le buone pratiche, ma abbandonano la stregoneria e l’adorazione degli spiriti malvagi. Ogni centro di preghiera li rende indù migliori, essere umani migliori. Nessun centro parla male delle altre religioni. Noi parliamo del nostro Dio, della Bibbia e dei valori del Vangelo”.