Attacco alle chiese di Youhanabad: assolti 41 cristiani e un musulmano
di Shafique Khokhar

Il 15 marzo 2015 due talebani kamikaze si sono fatti esplodere all’ingresso di due chiese nella colonia cristiana di Lahore. Gli imputati erano accusati di omicidio per il linciaggio di due musulmani scambiati per terroristi.


Lahore (AsiaNews) – Il tribunale anti-terrorismo di Lahore ha assolto 42 persone, di cui 41 cristiani e un musulmano, accusati di aver ucciso due musulmani sospettati di terrorismo dopo gli attacchi kamikaze contro due chiese cristiane di Youhanabad, avvenuti nel marzo 2015. I giudici hanno concesso agli imputati il beneficio del dubbio per un’aggressione scaturita dallo stato emotivo in cui essi si trovavano, dopo aver visto amici e parenti dilaniati dalle cinture esplosive dei militanti. Oggi 40 di loro sono stati liberati e sono tornati dalle famiglie; i restanti due verranno scarcerati a breve.

Il 15 marzo 2015 due talebani si sono fatti esplodere all’ingresso di due chiese – quella di St. John, cattolica, e la Christ Church, protestante – causando la morte di 27 persone e il ferimento di oltre 70. Il bilancio degli attentati sarebbe stato molto più elevato se alcuni cristiani, alla vista dei militanti, non si fossero lanciati contro di essi impedendone l’ingresso nelle chiese, ma rimanendo uccisi a loro volta.

Da quelle bombe è scaturito il linciaggio dei due musulmani scambiati per terroristi da una folla spaventata e arrabbiata. Mentre la polizia non ha mai arrestato i mandanti di quegli attacchi, in carcere sono finiti i membri della comunità cristiana, accusati anche di sommossa, danneggiamento di proprietà pubblica e incendio.

Dopo i primi fermi di 200 persone, le accuse sono state confermate per 47 persone. In questi anni, due cristiani sono morti in prigione e quattro hanno fatto perdere le proprie tracce. La Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana ha sostenuto le spese legali di 12 persone, tra cui l’unico musulmano, e ha aiutato finanziariamente tutti i 42 prigionieri.

Le organizzazioni cristiane ringraziano Ejaz Alam, ministro provinciale per i diritti umani e gli affari delle minoranze, che si è battuto per risolvere il caso. Grazie al suo sostegno, i giudici hanno assolto i 47 imputati, compresi i quattro in fuga. Ad AsiaNews l’attivista Nadeem Anthony esulta: “È davvero difficile per le persone comuni avere giustizia in Pakistan. Essi non hanno giustizia perché il sistema è carente. Gli imputati hanno passato cinque anni dietro le sbarre, ma nessuno ha mai parlato dei 27 cristiani uccisi negli attacchi esplosivi”.

L’attivista continua: “Sono molto soddisfatto della decisione del tribunale anti-terrorismo che ha assolto persone innocenti. Apprezzo molto la decisione del giudice Arshad Hussain Bhutta. Tuttavia le famiglie ancora ricevono minacce. Lo Stato deve garantire loro protezione, la sicurezza di queste persone è a rischio”.