Mongolia e Santa Sede aprono agli scambi culturali di ricercatori

Gli studiosi mongoli avranno accesso all’Archivio Segreto Vaticano. Il Vaticano insegnerà il latino per una maggiore comprensione dei documenti. A maggio, presso la Santa Sede, si terrà una mostra fotografica per celebrare gli 800 anni dell’antica capitale imperiale della Mongolia.


Roma (AsiaNews) – Vaticano e Mongolia hanno deciso di intensificare la collaborazione in ambito culturale e ricercatori mongoli avranno accesso all’Archivio Segreto Vaticano per la ricostruzione di fatti storici. Lo hanno stabilito ieri L. Purevsuren, ambasciatore della Mongolia presso la Santa Sede e rappresentante permanente alle Nazioni Unite e alle altre organizzazioni internazionali, e mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano. La notizia è riportata da Akipress, quotidiano specializzato in Asia centrale. Ad AsiaNews p. Giorgio Marengo, missionario della Consolata che vive nel Paese delle steppe dal 2003, afferma: “È davvero una bella notizia”. 

I ricercatori mongoli avranno il permesso di studiare le fonti relative alla storia patria conservate negli Archivi e nella biblioteca vaticana. Mons. Gallagher ha dichiarato anche la disponibilità del Vaticano ad insegnare la lingua latina agli studiosi, in modo che possano avere un accesso migliore ai documenti. 

I due alti rappresentanti annunciano anche che una mostra fotografica e una conferenza scientifica presso la Santa Sede, in programma dal 6 all’8 maggio, suggellerà questo ulteriore passo nella collaborazione culturale tra i due Stati. P. Marengo spiega infatti che “quest’anno ricorrono gli 800 anni dalla fondazione dell’antica capitale dell’Impero mongolo, Kharkhorin, dove noi missionari e missionarie della Consolata abbiamo aperto in anni recenti un piccolo centro per il dialogo interreligioso e la ricerca culturale. Con le iniziative annunciate nei giorni scorsi, la Santa Sede conferma il suo costante interesse alla storia e al patrimonio culturale di questo Paese e ne siamo molto contenti”.

La conferenza scientifica, riferisce Akipress, avrà come tema il dialogo interreligioso nel Paese delle steppe. Sebbene il Cristianesimo sia stato riammesso nel Paese soltanto nel 1992 dopo la caduta del regime comunista, racconta il missionario, “l’antica capitale imperiale ha rappresentato uno dei primi esempi di convivenza pacifica tra diverse religioni. Nel 1245 il frate francescano Giovanni di Pian del Carpine venne inviato da papa Innocenzo IV come ambasciatore alla corte del Khan. Dalla sua e da altre testimonianze antiche sappiamo che la capitale imperiale era cosmopolita e multi-religiosa, con una presenza nestoriana, cioè di tradizione cristiana siriaca”.

Nell’ottica di valorizzare la storia di queste relazioni tra il successore di Pietro e gli imperatori mongoli, conclude p. Marengo, “su richiesta delle autorità locali e con il prezioso aiuto della Nunziatura Apostolica e dell’Archivio Segreto Vaticano, tra il 2017 e il 2018 è stato possibile consegnare al Museo di Kharkhorin le copie autentiche delle lettere scambiatesi nel 13mo secolo tra papa Innocenzo IV e l’imperatore Güyük Khan, i cui originali sono tuttora conservati presso il medesimo Archivio Segreto Vaticano”. (A.C.F.)