Pechino vuole ‘sinicizzare’ persino l’arredamento delle case uigure

Il regime promuove la campagna “Sanxin Huodong” per costringere le minoranze musulmane ad abbandonare tappeti e cuscini in favore di divani, letti e scrivanie. Chi non segue le direttive rischia di essere etichettato come “estremista religioso” e rinchiuso nei noti “centri di formazione”.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il processo di “sinicizzazione” che il regime cinese vuole imporre alle tradizioni culturali delle minoranze non si ferma alla religione: nel caso degli uiguri, esso riguarda anche l’arredamento delle case. Fonti locali denunciano che le autorità della Regione autonoma uigura dello Xinjiang (Xuar) stanno ordinando al gruppo etnico – islamico e turcofono – di “modernizzare” gli interni sbarazzandosi dal consueto mobilio e sostituendolo con uno “più cinese”, in gran parte a beneficio degli imprenditori di stirpe Han.

Attivisti per i diritti umani affermano che, negli ultimi mesi, i funzionari della Xuar hanno promosso la campagna “Sanxin Huodong” (Tre notizie) per costringere gli uiguri e le altre minoranze musulmane ad abbandonare tappeti e cuscini in favore di divani, letti e scrivanie. La nuova politica segue un’iniziativa per cui le autorità hanno stanziato oltre 4 miliardi di yuan (575 milioni di dollari Usa), finalizzata all’“ammodernamento” degli stili di vita dei residenti nella regione. Essa prevede la distruzione di elementi tradizionali come le mihrabs – nicchie decorate apposte su muri o soffitti, che indicano la direzione verso la Mecca.

Quanti non seguono le direttive rischiano di essere etichettati come “estremisti religiosi” e rinchiusi in quelli che attivisti ed organizzazioni internazionali descrivono come campi di internamento. Da parte sua, Pechino definisce le strutture “centri di formazione”. Secondo le stime delle Nazioni Unite (Onu), dall’aprile 2017 in questi luoghi le autorità cinesi hanno detenuto oltre 1 milione di uiguri e membri delle minoranze turcofone di religione islamica.

Attivisti affermano che i nuovi letti, collocati dagli uiguri nelle proprie case per rispettare la nuova normativa, spesso sono forniti da “parenti” – ovvero funzionari cinesi Han che le famiglie musulmane devono ospitare in casa per condividere informazioni ed opinioni politiche. Questo è parte della campagna “Congiungetevi e diventate una famiglia”, lanciata dalle autorità alla fine del 2017. Essa prevede l’assegnazione di funzionari maschi alle famiglie uigure. I “parenti” hanno il compito di monitorare le case e dormire negli stessi letti delle mogli di quanti sono detenuti nei campi di internamento. Le famiglie che si rifiutano di prendere parte a sessioni di studio o altre attività con i funzionari sono soggette a restrizioni aggiuntive.