La visita del Papa 'fa capire meglio il Giappone'
di Alberto Berra

Katsuzo Ishimaru è curatore del museo di Arte contemporanea di Hiroshima e artista di fama internazionale. Sopravvissuto al bombardamento nucleare del 1945, ha seguito il viaggio di Francesco nel Sol Levante: “I politici ascoltino il suo messaggio di pace”.


Hiroshima (AsiaNews) – La presenza di papa Francesco in Giappone “è stata davvero incoraggiante, ci aiuta a capire meglio il Giappone e le sue problematiche. Ora i politici ascoltino il suo messaggio di pace, perché spesso dicono una cosa e ne fanno un'altra”. Lo dice ad AsiaNews Katsuzo Ishimaru, curatore del museo di Arte contemporanea di Hiroshima e artista di fama internazionale. L'uomo è sopravvissuto al bombardamento nucleare del 1945: all'epoca aveva soltanto 2 anni.

“Ho potuto seguire il messaggio di papa Francesco sia a Nagasaki che a Hiroshima – racconta – e mi ha molto colpito quello che ha detto. Soprattutto quando ha detto che dobbiamo comportarci in maniera sincera per la costruzione della pace. Questo è molto importante, soprattutto percheé ci sono personaggi politici che pur parlando di pace, si comportano in maniera opposta. Sono soprattutto loro che devono ascoltarlo”.

Il pontefice ha anche toccato un punto sensibile per i giapponesi: “La critica al principio di 'viene prima la nostra nazione' è stata forte: il papa ha paragonato la Terra ad una casa, e ci ha incoraggiato a vivere un amore fraterno tra le nazioni. Ci ha fatto riconoscere che se non viviamo rispettando la pace e la vita corriamo il rischio di creare una civiltà della morte”.

Fondamentale anche l'intervento sull'atomica: “Come mai l’energia atomica è stata usata per creare le armi? Desidero tanto che vengano chiarite le circostanze che hanno portato a questo uso militare per non ricadere nell’errore di una corsa agli armamenti nucleari. Francesco ci ha stimolato ad agire contro il nucleare”.

Il tema, sottolinea ancora, “è molto importante. Però non possiamo dimenticare gli altri problemi del Giappone, fra i quali la manipolazione genetica, l’intelligenza artificiale e molti altri. Anche in questi campi siamo giunti ad un punto per cui è facile passare quella linea che non si deve superare. A meno che non si voglia creare una civiltà della morte”.