Economista cinese: Per noi è meglio che venga rieletto Trump
di Wang Zhicheng

Lo afferma Long Yongtu, 76 anni, già vice-ministro per il Commercio estero. È uno dei protagonisti dell’entrata della Cina nel Wto. Per lui “Trump parla di interessi materiali, non di politica… Un oppositore di questo tipo è la scelta migliore per un negoziato”. AsiaNews non è d’accordo: anche Hillary Clinton, a suo tempo segretario di Stato per Obama, preferiva “interessi materiali” ai diritti umani.


Shenzhen (AsiaNews) – “Per noi è meglio che venga rieletto Trump. Noi saremmo contenti se questo accadesse”. È quanto afferma non un repubblicano americano, ma un economista cinese che in passato ha lavorato nella leadership del governo di Pechino.

Alla Conferenza sugli investimenti in Cina, organizzata dal Credit Suisse a Shenzhen, Long Yongtu, già vice ministro del Commercio estero e uomo di punta nelle trattazioni per l’entrata della Cina nel Wto (Organizzazione mondiale del commercio), ha candidamente espresso i desideri suoi e quelli di molte personalità cinesi: “Trump è la scelta migliore per averlo come oppositore in qualunque negoziato” perché egli “è facile da leggere” e da capire.

Long Yongtu, 76 anni, non ha più alcun incarico governativo e non parla a nome della leadership di Pechino, ma egli rimane una personalità influente che può determinare i dialoghi Cina-Usa sulla guerra dei dazi ancora in corso.

Dopo aver combattuto per oltre un anno con l’imposizione reciproca di dazi sui rispettivi prodotti di importazione, Pechino e Washington sembrano vicini nell’aver trovato una soluzione almeno parziale e temporanea ad alcuni dei loro problemi. Al presente Long è a capo del Centro per la Cina e la globalizzazione, con base a Pechino.

Come riportato dal South China Morning Post, Long ha affermato che “nonostante la sua volubilità, Trump è un negoziatore trasparente e realistico, preoccupato solo di interessi materiali”, come l’incremento dell’export Usa in Cina. Su questo – egli dice – la Cina può trovare un compromesso. Invece, i predecessori di Trump, combattevano con la Cina su questioni “calde” di geopolitica, come Taiwan o Hong Kong, in cui “Pechino non ha molto spazio di manovra”.

“Trump – ha concluso Long – parla di interessi materiali, non di politica… Un oppositore di questo tipo è la scelta migliore per un negoziato”.

AsiaNews si permette di essere in disaccordo con Long per un semplice motivo: ci ricordiamo che anche Hillary Clinton, allora segretario di Stato per Barack Obama, negoziando con Pechino ha dichiarato che gli “interessi” materiali degli Usa vengono prima di ogni questione legata ai diritti umani, perché “viviamo in un mondo concreto”.