Dalle alghe una nuova medicina per l’Alzheimer

E’ stata sviluppata dall’Accademia delle scienze di Shanghai. Su sette stadi della malattia, la nuova medicina si mostra efficace per quattro di essi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità entro il 2050 nel mondo vi saranno 150 milioni di malati di Alzheimer; più del 25% saranno in Cina, dove la popolazione sta invecchiando in modo vertiginoso.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese ha approvato due giorni fa un nuovo trattamento per la cura dell’Alzheimer a base di alghe. La medicina si chiama “Oligomannate” ed è stata elaborata dalla dottoressa Geng Meiyu, dell’Accademia delle Scienze di Shanghai. “Oligomannate” sarebbe il primo trattamento in quasi 20 anni, che si è dimostrato efficace nei casi di “leggera e moderata malattia”, fino a far migliorare “le funzioni cognitive” dei pazienti.

Con un pizzico di giusta retorica, la neurologa Song Juexian ha parlato di “un’alba che sorge dall’oriente” che rischiara la malattia di Alzheimer “per molto tempo nel buio”. Ad ogni modo, “la battaglia non è ancora finita”.

I medici hanno sviluppato l’Oligomannate dopo aver notato che persone anziane che consumano alghe manifestano una bassa percentuale di casi di Alzheimer.

Fino ad oggi non c’è una cura contro l’Alzheimer: le cellule del cervello si debilitano e appaiono sintomi quali ripetizioni di frasi, depressione, smarrimenti in ambienti familiari, non riconoscimento dei volti dei familiari. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità entro il 2050 nel mondo vi saranno 150 milioni di malati di Alzheimer; più del 25% saranno in Cina, dove la popolazione sta invecchiando in modo vertiginoso.

Il declino nelle funzioni cerebrali causate dalla malattia si possono suddividere in sette stadi. L’Oligomannate si è mostrato efficace fino al 4° stadio, che include difficoltà di sommare piccoli numeri; ricordare cosa si è mangiato a colazione; pagare dei conti o ricordare aspetti della propria vita passata.