Pilar: tribali, giovani e dialogo, sfide missionarie 2019

L’incontro annuale della congregazione ha radunato circa 180 membri e i leader della Chiesa indiana. La “Consultazione teologica” serve a dare la “rotta” per la missione dell’anno successivo. Fondata a Goa, la Società opera in tutti i continenti.


New Delhi (AsiaNews) – Dialogo con i leader politici dell’India, protezione delle foreste e degli interessi dei tribali, rapporto tra social media e giovani: sono le principali sfide missionarie emerse nell’incontro annuale della Società del Pilar. Il raduno, dal nome “Consultazione teologica 2019” si è svolto il 3 ottobre al Pilar Theological College, nello Stato costiero di Goa (foto 2). Ad AsiaNews p. Elvis Fernandes, membro della Società e direttore del mensile edito dalla congregazione “Fr. Agnel’s Call”, racconta: “Lo scopo della consultazione è preparare i componenti della Società, creata per la missione ad gentes, alle emergenti sfide socio-politiche e economiche di questo tempo”.

La Società dei missionari di san Francesco Saverio (Società del Pilar) è nata nell’arcidiocesi di Goa nel 1887, a opera del sacerdote portoghese p. José Bento Martins. Oggi opera in tutti i continenti. Nel dicembre 2010 papa Benedetto XVI ha elevato la congregazione al rango di “Diritto pontificio”. P. Fernandes spiega che il valore chiave della Società “è rendere Gesù Cristo presente tra coloro che ancora non lo conoscono e tra i cristiani che sono diventati indifferenti al suo messaggio”.

L’incontro di quest’anno è stato moderato da p. Alarico Carvalho. Vi hanno partecipato circa 175 persone tra sacerdoti, suore e studenti del seminario. Il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha ringraziato i membri della congregazione per “il dinamico servizio e l’impegno altruista”. Egli ha ribadito l’importanza del “contributo dato per la trasformazione della società verso un orientamento più equo e giusto”.

Mons. Theodore Mascarenhas, ex segretario della Cbci, vescovo ausiliare di Ranchi (Jharkhand) e membro della Società, ha evidenziato “l’importanza di un dialogo con le personalità politiche e la condivisione di principi, che potrebbero fornire un contributo positivo e critico per il bene della popolazione”. Mons. Anil Couto, arcivescovo di Delhi, ha parlato di poveri ed emarginati, ribadendo il valore “dello sviluppo umano integrale”. “Entrare in contatto con le culture – ha detto – e trasformare le strutture maligne e ingiuste sono le sfide che ci attengono e richiedono un coraggio profetico.

Secondo mons. Lawrence Pius, vescovo di Dharampuri (Madhya Pradesh), la Chiesa indiana deve affrontare “le minacce che gravano sui giovani per l’influenza dei social media. Capire la prospettiva giovanile ci aiuta a guidarli”. Mons. Felix Toppo, arcivescovo di Ranchi, ha evidenziato i rischi dell’Altopiano di Chota Nagpur, che si estende per buona parte nello Stato del Jharkhand. “C’è bisogno – ha esortato – di proteggere gli interessi dei tribali e delle loro terre”. Riferendosi allo sviluppo delle ingenti risorse minerarie di cui dispone lo Stato, preda degli interessi delle grandi industrie, mette in guardia: “Guadagni di breve periodo possono distruggere esistenze umane”. (A.C.F.)