Il Papa ringrazia il sultano: ha salvato la vita a tre messicani

Simon, Luis Alfonso and Jose Regino Gonzalez Villarreal erano condannati a morte per impiccagione. La polizia li aveva arrestati nel 2008 in un laboratorio per la produzione di metanfetamine. Il monarca di Johor ha commutato la pena in carcere a vita. “Questa compassione sia un incoraggiamento a rinnovare l’impegno per un mondo segnato da perdono, pace e spirito di solidarietà”.


Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Papa Francesco ha inviato una lettera al sultano di Johor, Ibrahim Ibni Almarhum Sultan Iskandar, ringraziandolo per aver commutato in carcere a vita le condanne a morte di tre fratelli messicani per traffico di droga.

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha espresso nel documento la riconoscenza del pontefice per la decisione del monarca, resa pubblica lo scorso 21 settembre. Il nunzio apostolico in Malaysia, mons. Joseph Salvador Marino, ha consegnato il messaggio di persona due giorni fa presso il Palazzo reale di Istana Pasir Pelangi (foto 1) a Johor Baru – capitale dello Stato di Johor (nella Malaysia peninsulare).

“A nome di Sua Santità papa Francesco – si legge nella nota –, scrivo per ringraziarvi del vostro atto di clemenza ed il successivo aiuto nella rappresentanza dei tre messicani condannati a morte. […] Sua Santità prega che questo atto di compassione sia un incoraggiamento per tutte le persone a rinnovare il loro impegno nella costruzione di un mondo segnato dal perdono, dalla pace e da uno spirito di solidarietà fraterna. […] Invocando l'abbondanza di gioia e pace su Vostra Maestà ed i membri della Famiglia reale, papa Francesco ribadisce la sua profonda gratitudine”.

I tre fratelli messicani – Simon, Luis Alfonso and Jose Regino Gonzalez Villarreal (foto 2) – fanno parte di un gruppo di cinque persone, condannate a morte per impiccagione nel maggio del 2012 dall’Alta corte malaysiana. La polizia aveva arrestato gli uomini durante un’irruzione in un laboratorio per la produzione di metanfetamine nel 2008. Gli imputati, tra cui un singaporiano ed un malaysiano, dichiaravano di essere addetti alle pulizie ed estranei ad attività illecite.