Papua: dopo violente manifestazioni di piazza, torna la calma a Jayapura
di Mathias Hariyadi

Nelle ultime due settimane, nella regione orientale hanno avuto luogo numerosi raduni di protesta contro il razzismo verso i papuani. Le proteste alimentano il sentimento indipendentista. L'altro ieri, gli scontri nella reggenza di Deiyai hanno causato la morte di un soldato e due civili. Jakarta evidenzia il ruolo delle fake news nelle violenze.


Jakarta (AsiaNews) – Dopo i violenti disordini di ieri, stamane è tornata la calma a Jayapura, capoluogo della provincia di Papua. "È come se la città fosse morta", dichiara un sacerdote del luogo ad AsiaNews sotto anonimato. "Da ieri sera – aggiunge – non vi è molta attività da parte della popolazione e le strade sono deserte". Nelle ultime due settimane, in quasi tutti i distretti della regione orientale d'Indonesia hanno avuto luogo raduni di protesta. Questi sono stati innescati da un episodio di razzismo verificatosi a Surabaya (East Java), di cui sono stati vittime alcuni studenti papuani. Parte dei manifestanti chiede anche un referendum per l'indipendenza – una mossa esclusa ieri da Wiranto, ministro coordinatore per gli Affari politici, legali e di sicurezza.

Ieri le violenze hanno paralizzato Jayapura. A causa del clima di forte tensione, negozi e attività erano chiusi a partire da mezzogiorno. La folla ha dato alle fiamme l'edificio dell'Assemblea del popolo di Papua (Mrp) ed altre strutture pubbliche, come l'ufficio postale e stazioni di servizio. Migliaia di persone hanno poi lanciato pietre contro diversi uffici ed hotel della città. I manifestanti che si erano radunati davanti all'ufficio del governatore di Papua hanno fatto ritorno alle proprie case solo in tarda serata.

Due giorni fa, scontri tra manifestanti e forze dell'ordine nella reggenza di Deiyai hanno causato la morte di un soldato e due civili. Secondo le ricostruzioni, una manifestazione pacifica si è trasformata in violenta quando sono scesi in strada migliaia di indipendentisti, che hanno assaltato soldati e poliziotti armati di lance e machete. Alcune ore prima, anche nella capitale Jakarta alcuni manifestanti si erano dati appuntamento presso il palazzo di Stato; qui hanno sventolato la "Bintang Kejora" – bandiera simbolo dell'indipendentismo papuano.

In questi giorni, il governo indonesiano ha ordinato alle forze dell'ordine disperdere le manifestazioni proponendo un approccio persuasivo, anziché repressivo. Jakarta sottolinea che i tumulti hanno trovato vigore nelle "fake news" e bufale, circolate su internet e social media per dividere la società indonesiana. Grande clamore avevano suscitato i primi resoconti da Deiyai, che parlavano di sei civili caduti sotto i colpi d'arma da fuoco delle truppe governative. "È una notizia falsa, che persino i media stranieri hanno ripreso", ha dichiarato ieri il ministro Wiranto.