Mosca, sale la tensione tra manifestanti e polizia
di Vladimir Rozanskij

Per il 10 agosto previste nuove “passeggiate” (manifestazioni non autorizzate) e nuovi arresti. La protesta è nata dalla richiesta di garantire a tutti i candidati dell’opposizione di partecipare alle elezioni cittadine, ma è divenuta un movimento di insofferenza verso Putin. Migliaia di arresti, uso di manganelli e gas lacrimogeni, prelievo di impronte e Dna, sequestro dei telefoni, oscuramento di internet. Ma l’atteggiamento spavaldo e provocatorio dei giovani si accresce.


Mosca (AsiaNews) - La seconda settimana di proteste per il sostegno ai candidati “di opposizione” alle elezioni del parlamento della capitale, sta portando a una radicalizzazione dello scontro, con repressioni sempre più violente da parte delle forze dell’ordine. La “passeggiata” dello scorso 3 agosto ha prodotto un migliaio di fermi di polizia. Il prossimo 10 agosto potrebbe provocare scontri ancora più drammatici, con nuovi cortei non autorizzati, “finché non verranno ammessi tutti i candidati”, come esigono i manifestanti.

La reazione della polizia, oltre all’uso di manganelli e lacrimogeni, si estende anche al prelievo di impronte e Dna, sequestro di telefono e oscuramento dei collegamenti internet, per cercare di impedire i raduni fin dall’origine.

Il presidente del Consiglio per i diritti dell’uomo, Mikhail Fedotov, ha organizzato una riunione la sera di lunedì 5 agosto, per cercare di stabilire il livello di violazioni dei diritti degli eventi legati all’ultima cosiddetta “passeggiata per i boulevard” di Mosca.

I fermati sono stati distribuiti in oltre 50 stazioni di polizia cittadine, e le violazioni dei loro diritti pare siano state molto superiori a eventi simili in passato, tanto da screditare largamente le forze dell’ordine agli occhi dell’opinione pubblica. Molti dei fermati, spesso giovanissimi e minorenni, si erano messi a leggere brani della costituzione davanti ai poliziotti, che hanno considerato tale azione “eversiva”, secondo l’articolo 19 del codice penale (“resistenza alle richieste delle forze dell’ordine”). Sono stati arrestati anche molti passanti che si erano fermati a osservare: i boulevard sono infatti la tradizionale area di passeggio dei moscoviti. Particolarmente invise alla polizia erano le “interviste volanti” concesse davanti alle videocamere e ai telefonini.

Il prelievo delle impronte e dei frammenti epiteliali permette alla polizia di confrontare le identità dei manifestanti del 27 luglio con quelli del 3 agosto, creando una spirale sempre più repressiva verso le migliaia di persone che intendono continuare a manifestarein pubblico. Un membro dell’organizzazione “Comitato anti-tortura”, Igor Kaljapin, arrestato a sua volta lo scorso 3 agosto, ha definito il comportamento della polizia “una parata dell’arbitrio” e un “manifesto della minaccia”. I fermati vengono rilasciati solo dietro “intercessione” di qualche rappresentante delle autorità.

I manifestanti stanno a loro volta lanciando l’appello alla “de-anonimizzazione” dei poliziotti, cercano di fissare le loro identità per poterli denunciare, soprattutto grazie allo scambio di informazioni sulle reti social. La radicalizzazione deriva anche dal fatto che da diversi mesi non si svolgevano più manifestazioni non autorizzate a Mosca e nelle altre città russe, in seguito a misure sempre più restrittive da parte delle autorità; in questi giorni, i giovani stanno tenendo un atteggiamento provocatorio mai visto in precedenza, come afferma il capo della Fondazione per lo sviluppo della società civile, Konstantin Kostin.

La protesta sta in effetti superando i motivi stessi per cui era iniziata, le elezioni alla Duma di Mosca, e assume sempre più i contorni di un movimento di insofferenza nei confronti del regime di Putin. Le conseguenze di queste settimane di scontri appaiono oggi piuttosto imprevedibili.