Singapore, arrestati sei birmani: sostenevano i ribelli buddisti Rakhine

Tra i detenuti vi è il fratello del leader militare dell’Arakan Army (Aa). Il gruppo armato si batte per una maggiore autonomia negli stati Rakhine e Chin. Noto anche come Arakan, il territorio è al centro dell'attenzione mondiale per la crisi Rohingya. Ma gli scontri tra Aa e truppe governative quest’anno hanno già causato 35mila sfollati.


Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità singaporiane hanno arrestato sei cittadini del Myanmar, accusati di mobilitare il sostegno alla violenza armata contro il governo di Naypyidaw. Il ministero dell'Interno della città-Stato ha dichiarato ieri sera che il gruppo aveva “organizzato e mobilitato” alcuni membri della comunità birmana a Singapore per sostenere l'Arakan Army (Aa). I membri del gruppo armato appartengono alla minoranza etnica Rakhine (o arakanese) che, di religione buddista, costituisce circa il 4% della popolazione birmana. L’esercito ribelle lotta per una maggiore autonomia negli stati Rakhine e Chin. La sua ala politica è la United League of Arakan (Ula). Tra le persone arrestate a Singapore vi è Aung Myat Kyaw, fratello del leader militare dell’Aa, il brig. gen. Tun Myat Naing (foto).

La maggior parte dei detenuti appartiene all' Arakanese Association-Singapore (Aas), un'organizzazione di assistenza sociale che contribuisce agli aiuti umanitari da Singapore agli sfollati buddisti nel nord dello Stato di Rakhine. Noto anche come Arakan, il territorio è al centro dell'attenzione mondiale da quando circa 730mila musulmani Rohingya hanno attraversato il confine con il Bangladesh per fuggire dalla repressione militare, con cui Naypyidaw ha risposto agli attacchi di miliziani islamisti nel 2017. Più di recente, i civili sono stati coinvolti in scontri armati tra il Tatmadaw (l'esercito birmano) e l'Aa, che secondo le Nazioni Unite (Onu) quest'anno hanno sfollato più di 35mila persone. Il Myanmar ha definito l'Aa “un'organizzazione terroristica”.

Il ministero dell'Interno di Singapore afferma che i cittadini birmani arrestati hanno fornito sostegno finanziario ai ribelli, con uno sforzo di raccolta fondi coordinato tra i membri della diaspora Rakhine a Singapore. “Non dovrebbero importare dai loro Paesi a Singapore le loro questioni politiche interne”, si legge nel comunicato. Il governo singaporiano aggiunge che “quanti sono coinvolti in attività che minacciano la sicurezza” saranno espulsi. Khine Thu Kha, portavoce dell'Aa, nega che i detenuti appartengano al gruppo armato. “Sono solo un'organizzazione di comunità”, dichiara. Ma ancora una volta, le problematiche legate alla lotta armata nello Stato di Rakhine oltrepassano i confini nazionali birmani e coinvolgono un Paese del Sud-est asiatico. Nel maggio scorso, le autorità malaysiane hanno arrestato una cellula jihadista di cui facevano parte due miliziani Rohingya: pianificava attentati su larga scala contro tempi buddisti, indù e chiese della capitale per uccidere “personalità di alto profilo”.