Papa: Per sua natura, la Chiesa non è sedentaria ma itinerante nel mondo

All'Angelus odierno, Francesco commenta il Vangelo di Luca: “La decisione di Gesù è radicale e totale, e quanti lo seguono sono chiamati a misurarsi con essa”. La Chiesa “è aperta ai più vasti orizzonti, inviata - la Chiesa è inviata! - a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”. Il Papa commenta la visita di Trump in Corea e i suoi passi al Nord: “Questo incontro serva per la costruzione della pace”.

 


Città del Vaticano (AsiaNews) – Per sua stessa natura, la Chiesa “non è sedentaria, non se ne sta tranquilla nel suo recinto. Al contrario, è aperta ai più vasti orizzonti, inviata - la Chiesa è inviata! - a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”. Lo ha detto papa Francesco nel corso del consueto Angelus domenicale, in cui commenta il brano evangelico di Luca: il viaggio di Gesù verso Gerusalemme.

È una “lunga marcia, non solo geografica e spaziale, ma spirituale e teologica verso il compimento della missione del Messia. La decisione di Gesù è radicale e totale, e quanti lo seguono sono chiamati a misurarsi con essa. L’Evangelista ci presenta oggi tre personaggi – tre casi di vocazione, potremmo dire – che mettono in luce quanto è richiesto a chi vuole seguire Gesù fino in fondo, totalmente!”.

Il primo personaggio promette: «Ti seguirò dovunque tu vada»: “Ma Gesù risponde che il Figlio dell’uomo, a differenza delle volpi che hanno le tane e degli uccelli che hanno i nidi, «non ha dove posare il capo» (v. 58). Povertà assoluta. Gesù, infatti, ha lasciato la casa paterna e ha rinunciato ad ogni sicurezza per annunciare il Regno di Dio alle pecore perdute del suo popolo. Così ha indicato a noi suoi discepoli che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma è itinerante”.

Il secondo personaggio che Gesù incontra “riceve direttamente da Lui la chiamata, però risponde: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». È una richiesta legittima, fondata sul comandamento di onorare il padre e la madre. Tuttavia Gesù replica: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Con queste parole, volutamente provocatorie, Egli intende affermare il primato della sequela e dell’annuncio del Regno di Dio, anche sulle realtà più importanti, come la famiglia”.

Il terzo personaggio “vuole anch’egli seguire Gesù ma, dopo essere andato a congedarsi dai parenti, si sente dire dal Maestro: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». La sequela di Gesù esclude rimpianti e sguardi all’indietro, ma richiede la virtù della decisione”.
Il valore di queste condizioni poste da Gesù – itineranza, prontezza e decisione – “non sta in una serie di “no” detti a cose buone e importanti della vita. L’accento, piuttosto, va posto sull’obiettivo principale: diventare discepolo di Cristo! Una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia inestimabile di Dio, e non un modo per promuovere sé stessi”.

Gesù, dice Francesco prima della recita della preghiera mariana, “ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura. Proprio come Lui stesso ha vissuto”.

Subito dopo la recita dell'Angelus, il Papa saluta i presenti e si complimenta con i leader di Stati Uniti, Corea del Nord e Corea del Sud che oggi si sono incontrati presso la Zona demilitarizzata: “Questo incontro serva per la costruzione della pace”. E conclude: “In quest’ultimo giorno di giugno, auguro a tutti i lavoratori di poter avere durante l’estate un periodo di riposo, che possa giovare a loro e alle loro famiglie. Prego per quanti in questi giorni hanno patito maggiormente le conseguenze del caldo: malati, anziani, persone che devono lavorare all’aperto, nei cantieri… Che nessuno sia abbandonato o sfruttato”.