Amman, estremisti islamici in piazza contro il ‘piano di pace’ di Trump per il Medio oriente

Centinaia di persone hanno marciato per le vie della capitale, intonando slogan e canti. A guidare la manifestazione i leader del braccio politico locale dei Fratelli musulmani. Nel mirino la Conferenza di Manama e la “normalizzazione” dei rapporti con Israele. Il governo giordano parteciperà per rivendicare una soluzione politica, non economica, al conflitto israelo-palestinese. 


Amman (AsiaNews) - Centinaia di estremisti islamici in Giordania hanno marciato ieri pomeriggio per le vie della capitale, Amman, per protestare contro il “piano di pace” di Trump per il Medio oriente, che secondo analisti ed esperti “non risolverà il problema palestinese”. I militanti hanno attaccato il progetto americano, che verrà presentato il 25 e 26 giugno durante la Conferenza di Manama, e hanno chiesto al governo di boicottare l’incontro in Bahrain. 

I dimostranti hanno iniziato la loro marcia di protesta dalla moschea di Husseini, fra le più importanti del Paese e situata nel centro di Amman, al termine della preghiera del venerdì. Alla guida del corteo vi erano, tra gli altri, figure di primo piano di movimenti estremisti islamici locali che hanno intonato slogan e canti contro il presidente statunitense.

“O Trump, O Trump - gridavano - vattene. La Giordania è risoluta e non si inginocchierà mai”. 

Lo sbandierato “accordo del secolo” della Casa Bianca, da due anni in gestazione, tocca un nervo scoperto nel regno Hascemita, dove assieme alla popolazione nativa vivono da tempo milioni di rifugiati di origine palestinese, ormai assorbiti nel tessuto sociale locale. Il sospetto è che voglia favorire la controparte israeliana, relegando ai margini - se non dimenticando - i diritti dei palestinesi che finirebbero per gravare sulla Giordania e altre nazioni della regione. 

I manifestanti hanno intonato slogan contro “la normalizzazione” dei rapporti con Israele e hanno più volte gridato “abbasso la conferenza del Bahrain”, con un mix di canti tipici degli estremisti islamici, conditi da una retorica anti-occidentale. Alcuni dimostranti brandivano cartelli che attaccavano “i lavori in Bahrain” sotto gli occhi di centinaia di poliziotti in assetto anti-sommossa, pronti a intervenire in caso di derive violenze. 

“Siamo venuti qui - ha dichiarato Murad al Adaylah, capo del Fronte di azione islamico (Iaf), braccio politico locale della Fratellanza musulmana - per dire con un’unica voce che i giordani respingono al mittente i lavori in Bahrain. E quanti partecipano si devono vergognare”. Il governo di Amman ha confermato la presenza alla Conferenza di Manama per studiare l’aspetto economico del piano di Trump. Al contempo invierà un messaggio, secondo cui nessuna offerta in denaro può sostituire una soluzione politica che ponga fine all’occupazione israeliana della Cisgiordania.