Il nuovo ministro Pratap Chandra Sarangi ‘coinvolto’ nella morte del pastore Staines
di Nirmala Carvalho

Il parlamentare del Bharatiya Janata Party è stato scelto alla guida di due ministeri nel secondo mandato di Narendra Modi. Egli era il capo locale del Bajrang Dal, il gruppo indù giovanile che ha bruciato vivi il pastore e i due figli piccoli.


Mumbai (AsiaNews) – Nel nuovo esecutivo del premier Narendra Modi c’è anche un ministro dal passato torbido: si tratta di Pratap Chandra Sarangi, scelto per dirigere il Ministero per le piccole e medie imprese e quello per l’allevamento, la produzione casearia e l’industria ittica. Sconosciuto alla maggioranza, egli è un membro del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp) dell’Orissa. In passato, protesta Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), “il nuovo ministro dell’Unione è stato il coordinatore del Bajrang Dal, il gruppo fondamentalista di destra indù colpevole dell’assassinio del pastore australiano Graham Staines, bruciato vivo insieme ai due figli maschi nel 1999”.

Nella notte tra il 22 e il 23 gennaio del 1999 gli estremisti indù hanno bruciato vivi il missionario australiano e i figli Philip e Timothy (9 e 7 anni), mentre dormivano nella loro station wagon nel villaggio Manoharpur (distretto di Keonjhar, nell’Orissa). Nel 2006 la vedova Gladys è tornata a vivere nello Stato indiano, insieme alla figlia superstite Esther, per continuare l’impegno del marito in favore dei lebbrosi. Il brutale assassinio è stato il preludio dei successivi pogrom contro i cristiani dell’Orissa nel 2008.

Per quell’omicidio la Corte suprema dell’India ha condannato all’ergastolo Dara Singh, il principale colpevole, mentre ha rilasciato altri 11 complici. Sajan K George sottolinea che “le indagini della polizia hanno stabilito che Dara Singh era un membro del Bajrang Dal. Il ruolo del gruppo negli ignobili omicidi non è mai stato stabilito in maniera definitiva, anche se 12 anni dopo l’incidente la Corte suprema ha confermato la condanna dell’Alta corte dell’Orissa al carcere a vita. Come conseguenza, il Bajrang Dal e tutti gli altri gruppi dello zafferano [il colore dei nazionalisti indù, ndr] hanno preso le distanze da Singh”.

Anche Sarangi ha testimoniato che il gruppo di cui era a capo non aveva niente a che fare con l’omicidio. Per il presidente del Gcic, la sua nomina “non preannuncia nulla di buono in termini di sicurezza, tranquillità e libertà religiosa per la vulnerabile minoranza cristiana dell’Orissa. I responsabili dei massacri dell’Orissa, di cui lo scorso agosto si è commemorato il 10mo anniversario, erano tutti discepoli del Vishwa Hindu Parishad [di cui il Bajrang Dal è l’ala militante giovanile, ndr]. Alcune famiglie cristiane non sono ancora tornate dopo quelle violenze”.

Il leader cristiano critica la differenza di trattamento giuridico: “Molti processi dei criminali sono stati chiusi per mancanza di prove, mentre i sopravvissuti attendono giustizia. I cristiani vivono nella paura”. Infine afferma: “Il ministro Sarangi si è opposto a lungo contro il presunto lavoro di proselitismo fatto dai missionari cristiani in Orissa. Qual è il futuro del nostro popolo?”.