Ekaterinburg, il popolo in difesa del parco e contro la Chiesa ortodossa
di Vladimir Rozanskij

Da giorni vi sono proteste perché la Chiesa ortodossa vuole edificare un edificio sacro nel parco della città. Violenze della polizia contro i manifestanti. Putin chiede attenzione alla popolazione: “Le chiese devono unire, non dividere”. È il primo caso di opposizione al progetto del patriarca Kirill di costruire “200 chiese all’anno”. La nemesi dello Stato bolscevico che in passato distruggeva le chiese; ora le costruisce.


Mosca (AsiaNews) - la popolazione di Ekaterinburg si è sollevata contro la Chiesa ortodossa per la decisione di costruire una chiesa nel parco cittadino, eliminando il verde pubblico. Dal 13 maggio le proteste hanno assunto forme molto intense, che hanno portato finora all’arresto di oltre 70 persone, compresi alcuni minorenni. La gente ha distrutto la palizzata che proteggeva il cantiere del nuovo edificio di culto, e ha cominciato a scontrarsi con i gruppi di favorevoli alla costruzione. Il giorno seguente le autorità hanno interrotto i lavori, ma le manifestazioni non si sono interrotte: i “difensori del parco” occupano la zona passeggiando, cantando canzoni e facendo caroselli intorno al cantiere.

Il vice-sindaco della città, Ekaterina Kuzemka, ha promesso di svolgere un sondaggio tra la popolazione per decidere sulla prosecuzione del progetto. Lo stesso presidente Putin ha suggerito di sentire i cittadini di Ekaterinburg circa la necessità di costruire la nuova cattedrale, affermando che “le chiese devono unire, non dividere, meglio affidarsi al parere della maggioranza della popolazione locale; e se proprio si deve costruire la chiesa, allora che rifacciano il parco in un altro posto”.

Alle proteste contro il cantiere si aggiungono quelle per le violenze dei poliziotti, che avrebbero causato danni fisici ai manifestanti arrestati: a un ragazzo minorenne avrebbero rotto i polsi, per costringerlo a firmare un’ammissione di colpevolezza. Anche un giornalista, Vladislav Postnikov di Otkrytaja Rossija, è stato fermato e poi rilasciato con obbligo di comparizione; Postnikov ha dichiarato di non aver infranto alcuna legge, ma di essere stato arrestato dopo aver filmato alcuni membri dei servizi di sicurezza, che si mischiavano alla folla.

La costruzione di nuove chiese è uno dei progetti più importanti del patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), che ha fissato obiettivi importanti di apertura di “200 chiese all’anno”, per rendere accessibili a tutti i russi i servizi della liturgia ortodossa. Le chiese in cantiere si costruiscono sia nei centri storici che nelle periferie, con l’aiuto delle autorità locali e dei privati cittadini, soprattutto gli imprenditori più facoltosi, i cosiddetti “oligarchi”. La protesta di Ekaterinburg è il primo caso clamoroso di contrarietà a questa diffusione capillare dell’influenza ecclesiastica nel Paese, e della sua connessione con le élite del potere.

La città dei monti Urali ha un alto valore simbolico, essendo il luogo in cui avvenne l’assassinio dello zar Nicola II e della sua famiglia, a luglio del 1918. La costruzione della nuova cattedrale è stata decisa lo scorso anno, nel centenario delle commemorazioni del martirio dello zar, quando l’intero Sinodo dei vescovi russi si è riunito proprio a Ekaterinburg. Tra l’altro, la città è anche il luogo di nascita di Boris Eltsyn, primo presidente della Russia post-comunista. In realtà, già in altre situazioni si erano levate proteste, sempre per l’occupazione di spazi di verde pubblico per costruire chiese, come era avvenuto a Mosca nell’estate del 2015 al parco “Torfjanka” del quartiere Losinoostrovskij, ma i malumori erano poi rientrati.

Già allora il patriarca Kirill aveva cercato di sedare gli animi, ringraziando i sostenitori della costruzione delle nuove chiese, ma “solo quando il sostegno viene espresso in forme pacifiche e legali”. A Mosca infatti erano scesi in campo i membri del movimento Sorok Sorokov, “Quaranta quarantine”, espressione che ricorda le antiche “quarantine” di campane delle chiese di Mosca, poi distrutte dai bolscevichi. Il gruppo è una specie di squadra di fondamentalisti ortodossi, che spesso e volentieri usano mezzi piuttosto violenti, come era avvenuto due anni fa per le proteste contro il film “sacrilego” anti-zarista Matilda, quando per impedire la proiezione si era arrivati a gettare esplosivi contro le sale di proiezione.

Il paradosso è che per soffocare le proteste dei cittadini si usano metodi tipici della repressione del dissenso dei tempi sovietici, quando invece le chiese venivano chiuse o distrutte. La Chiesa ortodossa rischia di essere vista come la prosecuzione della propria stessa negazione, vale a dire come strumento della negazione dei diritti umani.