Phnom Penh, liberate madri surrogate. Ad una condizione: crescere i figli

La polizia aveva arrestato il gruppo dopo l’irruzione in un appartamento della capitale. I capi d’accusa erano “tratta di persone e intermediazione per la maternità surrogata”. Alcune delle donne hanno partorito dietro le sbarre. Se tentassero di vendere i piccoli, per loro un processo e almeno 15 anni di prigione.


Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità cambogiane hanno rilasciato su cauzione 11 madri surrogate, dopo che le donne hanno accettato di crescere i bambini partoriti. Lo ha annunciato ieri il Comitato nazionale contro la tratta di esseri umani. Lo scorso novembre, la polizia aveva arrestato il gruppo dopo l’irruzione in un appartamento di Phnom Penh: le accuse erano “tratta di persone e intermediazione per la maternità surrogata”. In carcere dal momento del fermo, alcune delle donne hanno partorito dietro le sbarre.

Chou Bun Eng, vicepresidente del Comitato anti tratta, ha dichiarato ieri che le mamme si sono rifiutate di confessare alle autorità per conto di chi hanno portato in grembo i bambini. “Sono state rilasciate su cauzione il mese scorso, dopo aver promesso di non abbandonare i piccoli”, ha affermato la funzionaria. Le donne rischiano di andare a processo “in qualsiasi momento, qualora  provassero a venderli”. Gruppi di attivisti criticano le autorità per aver costretto le donne a crescere bambini con cui non hanno legami biologici, pur di evitare il carcere. Chou Bun Eng ha risposto che, secondo la legge cambogiana, esse sono tenute a prendersene cura. “Sono le loro mamme”, ha sottolineato.

Nel dicembre 2018, le autorità avevano scarcerato altre 32 donne. Anche nel loro caso, le condizioni per il rilascio imponevano il rispetto dei doveri di madre. Se gli accordi non saranno onorati, la condanna prevista è di almeno 15 anni di carcere. In Cambogia, la maternità surrogata per fini commerciali è illegale dal 2016. Tuttavia, il Paese resta una destinazione popolare per le coppie sterili che cercano di avere figli. Per lo più provenienti dalla Cina, esse sono disposte a pagare tra 40mila ed i 100mila dollari Usa ad agenzie e mediatori, per trovare una donna cambogiana che possa affrontare la gravidanza per loro. Le madri surrogate provengono in genere da comunità povere e ricevono solo una piccola parte della somma pagata agli intermediari, di solito compresa tra i 10 ed i 15mila dollari.