Israele al voto: Netanyahu promette l’annessione dei Territori. Gantz: ‘Irresponsabile’

Domani 6,3 milioni di elettori alle urne per scegliere il prossimo governo. L’opposizione cerca di mettere fine a 13 anni di potere del Primo Ministro uscente. Con sostegno degli Usa, Netanyahu gioca la carta dei Territori in Cisgiordania e a Gerusalemme Est per conquistare il voto dei coloni (e della destra). 


Gerusalemme (AsiaNews) - Alla vigilia delle elezioni politiche in programma il 9 aprile, il Primo Ministro israeliano uscente Benjamin Netanyahu ha promesso l’annessione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania in caso di vittoria alle urne. Immediata la replica del candidato dell’opposizione, l’ex alto ufficiale dell’esercito Benny Gantz alla guida della coalizione “Blu Bianco”, che definisce “irresponsabili” le parole del premier ed è contrario a iniziative “unilaterali”. 

Domani sono chiamati alle urne circa 6,3 milioni di elettori israeliani in quello che, secondo esperti ed analisti, più che un voto è un “referendum” sull’operato di Netanyahu; l’obiettivo dell’opposizione è mettere fine ai suoi 13 anni di potere. Tuttavia, il ritrovato sostegno americano sotto la presidenza Trump, che ha portato al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele e il trasferimento dell’ambasciata, insieme alla sovranità sul Golan, potrebbe rivelarsi decisivo per la vittoria. 

Gli insediamenti sono considerati illegali dalla comunità internazionale, ma Israele contesta questa decisione. Nel suo ultimo mandato il Primo Ministro ha rafforzato la politica di occupazione, autorizzando la costruzione “di 18mila nuove unità abitative”. Le dichiarazioni di queste ore puntano dunque a rafforzare il consenso fra i coloni, circa l’8% del totale dell’elettorato pari a 620mila abitanti comprendendo anche quelli di Gerusalemme est. 

In una intervista alla stampa locale Netanyahu ha annunciato l’intenzione di avviare una “nuova fase” sulla politica degli insediamenti all’indomani della rielezione. Egli ha confermato il proposito di “estendere la sovranità” di Israele, potendo contare sul sostegno di Washington con cui è in “contatto” da almeno “sei mesi”. “Non vi è alternativa - ha aggiunto - ad una sovranità israeliana agli insediamenti e non potremmo consentire che uno Stato palestinese prenda possesso di quelle zone”. Infine ha concluso assicurando che nessun abitante verrà rimosso “dagli insediamenti e Israele controllerà il territorio a nord del Giordano”. 

Immediata la replica del principale sfidante, Benny Gantz, che definisce il premier “irresponsabile” e si chiede perché “in 13 anni di potere” Netanyahu non ha finora “mai esteso” la sovranità di Israele sui territori. “Penso che annunciare una storica e strategica decisione nella bolla di una campagna elettorale - ha aggiunto - non sia serio ma irresponsabile” e ha ribadito la sua ferma opposizione a iniziative “unilaterali” in materia. 

Come sottolineato ad AsiaNews da Sobhy Makhoul, analista cristiano maronita e amministratore del Christian Media Center, l’esito del voto appare incerto e il premier uscente insiste sulle “minacce” esterne e il controllo “interno” del territorio per assicurarsi un nuovo mandato. L’ago della bilancia, ha aggiunto, potrebbe essere rappresentato “dai religiosi” e dalla destra estrema, che Netanyahu cerca di blandire con queste nuove promesse elettorali, potendo contare sugli Stati Uniti.