Chiesa pakistana contro il traffico di donne: Usate come prostitute da mariti cinesi
di Kamran Chaudhry

Dal 2017 sono stati celebrati circa 700 matrimoni misti. In Pakistan lavorano tanti uomini cinesi impiegati nelle aziende del Corridoio economico sino-pakistano, uno dei progetti di punta della “Nuova Via della seta” cinese. La storia di Muqadas Saddique, drogata e costretta a sposare un cinese alcolista.


Lahore (AsiaNews) – La Chiesa cattolica del Pakistan lancia un severo monito contro i matrimoni misti con mariti cinesi, sempre più in aumento nell’ultimo periodo anche grazie alle numerose imprese di Pechino sul suolo pakistano. P. Inayat Bernard, rettore della cattedrale del Sacro Cuore di Lahore, mette in guardia dagli accordi matrimoniali con uomini cinesi, che “potrebbero essere dannosi per le famiglie cristiane e soprattutto per le mogli”. Poi si rivolge ai genitori: “Non vendete le vostre figlie per cupidigia e non mandatele all’estero. Le ragazze sono usate come prostitute”.

Nei Paesi asiatici in via di sviluppo è in crescita il fenomeno dei matrimoni tra uomini cinesi e donne locali. In alcuni casi di tratta di una vero e proprio traffico di donne, usate come schiave del sesso e vendute a loro insaputa. Secondo p. Bernard, tale fenomeno è dovuto al fatto che “i cinesi hanno carenza di donne a causa della politica del figlio unico”. Poi denuncia che “alcuni presunti pastori officiano queste nozze. Chiediamo al governo di arrestare i pastori coinvolti in questi crimini”.

Diverse famiglie cristiane hanno sporto denuncia contro il traffico di donne a Lahore presso la Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale. In Pakistan operano diverse aziende di Pechino legate al Corridoio economico sino-pakistano (China Pakistan Economic Corridor), uno dei progetti chiave della “Nuova Via della seta”, che impiegano manovalanza cinese.

Dal novembre 2017 sono stati celebrati circa 700 matrimoni. Tra le denunce depositate, vi è quella della 19enne pakistana Muqadas Saddique (nella foto, con il fratello), che il mese scorso ha sposato a Islamabad il cinese MA Shitao. Ad AsiaNews racconta: “Diverse donne del nostro quartiere mi avevano proposto le nozze. Sono andata a conoscere lo sposo insieme alla mia famiglia, ma non sapevo che avevano organizzato il matrimonio per il giorno stesso. Avevano preparato tutto con il loro pastore. Ci hanno drogato con del thè adulterato, così abbiamo acconsentito a tutto ciò che ci veniva chiesto”.

La ragazza è tornata a casa il giorno dopo. “Avevo acconsentito al matrimonio – aggiunge – per dare un futuro migliore alle mie tre sorelle. Shitao è un alcolista. Lui e le altre donne mi hanno fatto firmare [i documenti delle nozze] con la forza. Voglio uscire da questa palude. Mio marito mi ricatta”.

P. Bernard protesta: “I media pakistani ignorano di proposito queste storie. Il governo non vuole presentare critiche che possano mettere a repentaglio il suo progetto-bandiera con l’amico di vecchia data. Ma le ripercussioni socio-culturali sono ormai evidenti nella società. I cinesi stanno abusando della nostra fiducia e della politica [preferenziale] dei visti. I bersagli più facili sono le famiglie povere”.