Il dott. Christo torna in India dopo tre anni: Ha diritto di fare missione

Il medico cristiano è atterrato questa mattina all’aeroporto internazionale di Delhi insieme ai figli. Il cittadino americano (con origini indiane) può tornare a prendersi cura dei malati poveri del Bihar.


New Delhi (AsiaNews) – Il dott. ChristoThomas Philip, medico cristiano, è tornato in India dopo tre anni e potrà ricominciare a curare i pazienti poveri dell’ospedale del Bihar in cui lavorava. Lo conferma ad AsiaNews AC Michael, membro del gruppo ADF India (Alleance Defending Freedom), associazione che si occupa della protezione legale dei cristiani perseguitati. Grazie ad un assiduo lavoro dei legali dell’associazione, egli ha riottenuto il visto per operare nel Paese. Era stato allontanato nel 2016 con la falsa accusa di conversioni forzate.

Stamattina il medico è atterrato all’aeroporto internazionale di Delhi con un volo Jet Airways. Appena uscito dal terminal T3 insieme ai tre figli (v. foto), è stato accolto dagli attivisti, che gli hanno reso omaggio avvolgendo intorno al collo la tradizionale ghirlanda di garofani. Sul suo volto, il sorriso sincero di un medico che ha scelto di lavorare in India per mettere la sua professione al servizio degli ultimi della società.

Il dott. Christo è un cittadino americano di origini indiane. Nato in Kerala nel 1982, all’età di 10 anni si è trasferito con la famiglia negli Usa. Nel 2011 si è specializzato in Medicina d’urgenza alla University of Texas Southwestern Medical Centre di Dallas. Nel 2014 era tornato in India per lavorare al Duncan Hospital di Raxaul, nel Bihar. Egli era in posseso della OCI Card (Overseas Citizens of India), un “visto a vita” riservato a medici, infermieri e dentisti americani di origine indiana, che consente loro di mantenere la cittadinanza Usa e al contempo di svolgere lavoro in India.

Nel 2016 le autorità di Delhi gli hanno ritirato il visto per lavorare nel Paese, accogliendo la denuncia di alcune persone che lo accusavano “di attività evangelizzatrice e sovversiva” e di attuare “conversioni forzate causando problemi di ordine pubblico”. È stato deportato in Turchia e in seguito si è trasferito in Nepal per seguire più da vicino la sua causa.

A gennaio di quest’anno l’Alta corte della capitale ha stabilito la restituzione del visto. Non solo, i giudici hanno pronunciato una sentenza storica: egli ha il diritto di fare missione in India. Nella sentenza si legge: “L’India è un Paese laico. Tutte le persone di questo Paese hanno il diritto di praticare la propria fede nella maniera che ritengono opportuna, fin tanto che non offendono altre persone. Se la fede del dott. Christo lo spinge a prestare volontariato in campo medico in un ospedale, egli è libero di farlo. Non esiste nessuna legge che glielo impedisce”.

Tehmina Arora, direttrice di ADF India, ribadisce: “Nessuno deve essere perseguitato per la propria fede. È una sentenza storica che protegge il diritto degli stranieri che lavorano nelle organizzazioni cristiane di professare liberamente la propria fede in India. Il giudizio mette un freno all’azione arbitraria del Ministero degli interni che prende di mira gli stranieri solo perché sono cristiani”.