La crisi del Golfo alimenta il commercio fra Doha e Ankara: 2 miliardi nel 2018

L’aumento rispetto all’anno precedente è del 54% ed è “destinato a crescere”. A spingere gli scambi l’isolamento del Qatar nel mondo arabo in seguito alla controversia con Riyadh e Abu Dhabi. Fra i beni commerciati il cibo turco e materiali di costruzione per il Qatar e gas naturale e alluminio per la Turchia.


Doha (AsiaNews/Agenzie) - Il commercio bilaterale fra Qatar e Turchia è cresciuto nel 2018 e, secondo le previsioni, potrebbe toccare la cifra record di 2 miliardi di dollari con un aumento del 54% rispetto all’anno precedente. Il dato mostra una volta di più quanto Ankara sia ormai diventato un partner strategico di Doha, emarginato dagli altri Stati del Golfo e dal mondo arabo in seguito alla controversia - divampata nel 2017 e tuttora irrisolta - con l’Arabia Saudita. 

Intervenendo alla fiera del commercio turco iniziata ieri a Doha, il vice-ministro delle Finanze di Ankara Osman Dinçbaş ha sottolineato che il Qatar è una delle realtà più importanti e con le maggiori prospettive di crescita. Il dato di circa due miliardi di dollari nel commercio bilaterale toccato nel 2018 è “destinato a crescere”. 

Lo scorso anno il Qatar ha promesso un pacchetto di progetti economici, investimenti e depositi per la Turchia del valore di 15 miliardi di dollari. Esso include uno scambio di valute per tre miliardi, con il proposito di consolidare la lira turca che attraversa un grave periodo di crisi. Dinçbaş ha detto che “una parte dei 15 miliardi” è già arrivata, senza specificare il dato. 

L’unico dato ufficiale riguarda i primi 10 mesi dello scorso anno, il cui il commercio totale è di 1,7 miliardi di dollari; un dato in netta crescita, considerando che il volume di affari nello stesso periodo del 2017 si era fermato a 1,4 miliardi. Fra i beni oggetto di commercio vi sono il cibo turco e materiali di costruzione per il Qatar e gas naturale e alluminio per la Turchia. 

Abu Issa Holdings, uno dei principali distributori alimentari in Qatar, ha registrato una crescita del 25% nei marchi di funghi di origine turca. La fiera in corso in questi giorni rappresenta inoltre l’occasione per presentare marchi di pasta e miele turchi, fra i più venduti dall’introduzione dell’embargo avendo rimpiazzato i prodotti sauditi e degli Emirati. “Continueremo a commerciare con la Turchia” afferma il proprietario Abu Issa, il quale aggiunge che Ankara “non è un ripiego temporaneo. Abbiamo scoperto prodotti meravigliosi e di qualità superiore”.

Secondo analisti ed esperti all’origine dello scontro fra Qatar e Arabia Saudita vi sarebbero i legami fra Doha e Teheran, che hanno confermato il reciproco sostegno economico e diplomatico. In realtà dietro la controversia - che ha isolato piccolo emirato nell’area del Golfo, avvicinandolo ancor più alla Repubblica islamica, alla Turchia e al Marocco - vi sarebbe la contrapposizione all’interno dell’islam sunnita fra Doha e Abu Dhabi.