Anche Georgia e Polonia contro Epifanyj di Kiev
di Vladimir Rozanskij

Le divisioni fra Chiese ortodosse si approfondiscono nel timore di perdere fedeli. Per il metropolita georgiano Nikolaj, è importante leggere il Tomos dell’autocefalia in lingua originale. Per Savva, metropolita di Varsavia, Epifanyj  è “un semplice laico” di una Chiesa scismatica. In Ucraina, decine di parrocchie ortodosse moscovite, sono passate sotto il patriarcato di Kiev.


Mosca (AsiaNews) - La Chiesa ortodossa georgiana, una delle 15 Chiese autocefale di tradizione bizantina, per ora attende le reazioni delle altre “Chiese sorelle” alle azioni del patriarcato di Costantinopoli circa la “nuova Chiesa” in Ucraina. In ogni caso, secondo il metropolita di Akhalkalaki Nikolaj (Pachuashvili), i georgiani non possono riconoscere i vescovi ucraini “auto-chiamati” e condannati dall’anatema di Mosca, e tantomeno celebrare insieme a loro.

Nikolaj (foto 2) è l’amministratore delle parrocchie georgiane in nord America, e ha rilasciato un’intervista il 10 gennaio all’agenzia georgiana Interpressnews. A suo parere, “è fondamentale capire chi viene messo a capo di questa nuova Chiesa, e verificare la sua canonicità; alcuni personaggi erano stati colpiti da anatema, e la loro condanna era stata riconosciuta da tutte le Chiese, compresa quella di Costantinopoli”.

Egli ha aggiunto che finora il Sinodo georgiano non ha ancora analizzato a fondo il Tomos ucraino presentato da Costantinopoli, che va “letto in originale, non nelle versioni tradotte diffuse dalla stampa”. Il metropolita Nikolaj ha espresso anche la preoccupazione che altre Chiese possano cercare di ottenere l’autonomia come gli ucraini, come ad esempio quella presente sul territorio dell’Abkhazia, che già si amministra autonomamente rispetto al patriarcato di Tbilisi pur non essendo riconosciuta da nessuno.

La Chiesa georgiana si è sempre mantenuta fedele alla tradizione bizantina di Costantinopoli, a differenza dei vicini armeni “gregoriani”, che scelsero l’eresia monofisita al concilio di Calcedonia del 451. Pur essendo una Chiesa di antichissime tradizioni, sviluppatesi in modo indipendente e originale rispetto ai greci, i georgiani hanno mantenuto l’unità con gli altri ortodossi anche a causa della storica occupazione russa del Caucaso.

Un altro alto prelato ortodosso, il metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Savva (Hrycuniak, foto 1), ha rilasciato a sua volta un’intervista alla rivista polacca Polityka spiegando di non riconoscere il nuovo primate ucraino Epifanyj (Dumenko). Egli ha sostenuto di considerare quest’ultimo “un semplice laico: egli non è stato ordinato in una Chiesa canonica”. La situazione potrebbe cambiare solo se “gli scismatici tornassero nel seno della Chiesa ortodossa, dalla quale si sono separati”.

Secondo Savva, le conseguenze dello “scisma” si faranno sentire anche in Polonia, “dove vive più di un milione di ucraini, e Filaret con Epifanyj potrebbero cercare di aprire delle proprie parrocchie… già ho sentito parlare di una visita di Epifanyj in Polonia”. A suo parere, il governo ucraino dovrebbe prima preoccuparsi di mettere fine alla guerra nel proprio paese.

Intanto, a una settimana dalla proclamazione del Tomos di autocefalia, in Ucraina sarebbero già una cinquantina le parrocchie di obbedienza moscovita che hanno scelto di passare alla nuova Chiesa autocefala, comprese alcune tra le più importanti, come la cattedrale di Pietro e Paolo a Zolkiew, nella regione di Lvov, la cattedrale della Trasfigurazione di Vinnitsa, dove lo stesso metropolita Simeon (Shostatsky) ha partecipato al “Concilio di unificazione” della nuova Chiesa, e la cattedrale del Salvatore a Kiev.

Nel 2002 si contavano 2781 parrocchie ortodosse in Ucraina legate alla giurisdizione moscovita, e sarà importante rifare il conto alla fine del 2019. Vanno considerate le diverse proporzioni con cui queste chiese sono distribuite sul territorio; nella regione occidentale di Lvov, su circa 60 chiese oltre la metà sono già passate con Epifanyj. Il nuovo metropolita di Kiev ha dichiarato di “credere nella riunione di tutte le chiese ortodosse del paese” sotto la sua giurisdizione.