Giornata mondiale dei poveri, card. Gracias: Gesù è nelle ferite dei nostri tribali (Foto)
di Nirmala Carvalho

Domani si celebra la seconda edizione della Giornata, voluta da papa Francesco. Il terreno di missione dell’arcidiocesi di Mumbai è il distretto di Raigad, a circa 200 km dalla megalopoli. I tribali sono sfruttati nel lavoro, non vanno a scuola e mancano i servizi essenziali di base.


Mumbai (AsiaNews) – Ogni giorno “incontriamo Gesù nella carne, nelle ferite e nei lividi delle nostre comunità di tribali ed emarginati della missione di Raigad”. Lo afferma ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Egli ricorda che domani si celebra la seconda Giornata mondiale dei poveri, dal titolo “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”. La Giornata è stata istituita da papa Francesco.

Nella diocesi di Mumbai, continua il porporato, “incontriamo i poveri tra i nostri tribali di Raigad”, a quasi 200 km di distanza della megalopoli. Egli invita a celebrare la giornata “non solo con un pranzo di festa o recitando insieme le preghiere, ma attraverso un incontro quotidiano [con i poveri] che contribuisca a emanciparli”.

Secondo il card. Gracias, una delle più grandi sfide della Chiesa moderna è “la necessità di andare verso le periferie della società e portare la speranza ai gruppi emarginati, alzare la voce in maniera profetica e coinvolgersi in attività di promozione di un nuovo ordine sociale”.

A Mahad Taluka, nel distretto di Raigad (180 km da Mumbai), sorge il Jankalyan Centre for Community Organisation (Cco). Esso è situato alle pendici della città di Mahabaleshwar, nell’area dove l’arcidiocesi svolge la sua missione. Si tratta di una zona a forte presenza tribale, circa l’11% della popolazione.

P. Calistus Fernandes, amministratore del centro, spiega che “nonostante oggi tutta la zona sia interessata dai forti cambiamenti legati alla globalizzazione e all’apertura di industrie, la comunità tribale vive ancora in condizioni disumane. Mancano i servizi di base come l’acqua, la sanità, le scuole; la popolazione è malnutrita e in gran parte analfabeta, soggetta a sfruttamento (soprattutto le donne). Inoltre diversi fattori, come deforestazione e disoccupazione, minacciano l’esistenza dei tribali”.

Il centro Jankalyan, come altre 20 Cco che operano in tutto il distretto, aggiunge il sacerdote, “è impegnato a servire la popolazione, in particolare gli emarginati e gli oppressi, con una preferenza per i tribali. Promuove la ‘ricchezza di vita’ fondata sui valori e sull’armonia tra le comunità, che si costruisce attraverso la compagnia. L’obiettivo finale è lo sviluppo integrale della persona. Vogliamo che [i tribali] diventino autosufficienti e credano nelle proprie potenzialità, in modo da poter cambiare la condizione ingiusta e opprimente in cui vivono, attraverso azioni individuali e collettive”.

La missione organizza corsi per l’empowerment delle donne, incontri periodici, seminari, workshop e lezioni di formazione; fornisce sostegno legale; incoraggia le pratiche sanitarie sponsorizzando check-up medici; tiene incontri per i giovani, ai quali spiega i pericoli delle droghe, del tabacco e della gutka [una polvere masticabile molto diffusa in India, contenente tabacco e noce di areca, che provoca varie forme di cancro – ndr].