Rohingya, dal governo altre 1.500 case per i profughi. Ma solo 177 sono tornati

Già ultimati 500 rifugi, 773 sono in fase di costruzione e 250 attendono copertura finanziaria. Il governo indiano ne finanzierà altri 250. Il processo, che sarebbe dovuto iniziare a gennaio 2018, ha sollevato preoccupazioni dei rifugiati per la sicurezza del loro ritorno in Rakhine.


Naypyidaw (AsiaNews/Agenzie) – Con il sostegno di agenzie internazionali, Ong e governo indiano, le autorità birmane termineranno a breve la costruzione di oltre 1.500 unità abitative, che accoglieranno i profughi Rohingya di ritorno dal Bangladesh. Abul Hassan Mahmud Ali, ministro degli Esteri di Dhaka, esprime la speranza che il primo gruppo di 8mila rifugiati possa tornare quanto prima nel nord dello Stato di Rakhine. Christine Schraner Burgener, inviato speciale delle Nazioni Unite in Myanamar, afferma che la presenza delle agenzie Onu aumenterà la fiducia dei rifugiati nel processo di rimpatrio.

U Nyi Phyu, chief minister del Rakhine, ha annunciato la scorsa settimana che 500 rifugi sono già stati ultimati, 773 sono in fase di costruzione e 250 attendono copertura finanziaria. “Il governo indiano – ha dichiarato il chief minister – finanzierà 250 case prefabbricate nell’area di Maungdaw”, epicentro delle ultime violenze settarie. L’ambasciata di New Delhi ha sottoscritto due accordi con il governo statale, per lo sviluppo economico del territorio.

Nel novembre 2017, Myanmar e Bangladesh hanno raggiunto un’intesa sul rimpatrio dei profughi Rohingya. Il processo, che sarebbe dovuto iniziare a gennaio 2018, ha sollevato preoccupazioni dei rifugiati per la sicurezza del loro ritorno in Rakhine. A più di un anno dallo scoppio delle ultime violenze e la crisi umanitaria, i profughi non vogliono ancora attraversare il confine. Il vice amministratore distrettuale di Maungdaw, U Ye Htoo, afferma che, dallo scorso aprile, sono solo 177 (106 uomini e 71 donne) i musulmani rientrati attraverso canali non ufficiali e reinsediati dalle autorità.