Non esistono le chiese ‘sotterranee’ per il sito ufficiale della Chiesa cattolica in Cina
di Chao Mien

Il nuovo sito riporta solo i nomi dei sacerdoti ufficiali e le chiese registrate presso il governo. Per papa Francesco la Chiesa in Cina è una. La divisione fra “ufficiali” e “sotterranei” è voluta da Pechino e dall’Associazione patriottica. I prossimi incontri di dialogo sino-vaticano saranno focalizzati sulle comunità sotterranee e sul riconoscimento di 12 vescovi non ufficiali.


Pechino (AsiaNews) – Il nuovo sito ufficiale della Chiesa cattolica in Cina non riporta nessun nome di sacerdote e nessun luogo di incontro della comunità sotterranea. Alcuni cattolici esprimono il timore che questo sia un passo ulteriore verso la cancellazione della comunità non ufficiale.

Pochi giorni dopo la firma dell’accordo fra Cina e Santa Sede per le nomine dei vescovi, il sito ufficiale della Chiesa cattolica cinese (Zhongguo Tianzhujiao) ha rinnovato il sito, che è gestito dall’Associazione patriottica (Ap) e dal Consiglio dei vescovi cinesi (due organismi non riconosciuti dalla Santa Sede).

Nel nuovo layout del sito si trovano due nuove voci molto significative: il database dei sacerdoti e quello delle chiese.

La lista dei sacerdoti è ancora sotto costruzione e anche la lista delle chiese si aggiorna di continuo. Visitando le pagine, si possono trovare gli indirizzi delle chiese cattoliche presenti in Cina in ogni diocesi, compresi il numero di fedeli per ogni parrocchia.

Secondo alcuni fedeli, pubblicando i due database si confermano tutte le chiese ufficiali e i sacerdoti registrati dal governo e nell’Ap, ma si conferma anche l’eliminazione dei vescovi, dei sacerdoti e dei luoghi di incontro delle comunità non registrate che, pur essendo chiese cattoliche a tutti gli effetti, per il sito “non esistono”.

P. Giuseppe, responsabile di una comunità dell’Henan, dice ad AsiaNews: “Papa Francesco, nel suo messaggio ai cattolici cinesi chiede gesti di riconciliazione e unità, perché la Chiesa in Cina è una. Ma a quanto pare per il Consiglio dei vescovi esistono solo le chiese e i vescovi registrati al governo e all’Associazione patriottica”.

Da quando Mao Zedong ha varato l’Associazione patriottica, che vuole edificare una Chiesa “indipendente”, nel Paese si sono create due Chiese. Dopo la morte di Mao, grazie all’opera di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e poi di papa Francesco, tutti i vescovi sono stati riconciliati con la Santa Sede. Con la recente cancellazione della scomunica di sette vescovi da parte di Francesco, ora tutta la gerarchia è riconciliata nella Chiesa cattolica.

Ma la divisione permane ad opera del governo e soprattutto dell’Ap che riconosce attività religiose “normali”, con personale e luoghi registrati e sottomessi, e attività religiose “illegali”, giudicate come “criminali” perché eseguite da sacerdoti e vescovi non registrati, in luoghi fuori del controllo dell’Ap.

Durante questi anni di dialogo fra Santa Sede e governo cinese i cattolici non ufficiali hanno spesso denunciato pressioni su di loro per aderire all’Ap, sebbene dal punto di vista teorico essa sarebbe “un’associazione volontaria”. Diversi vescovi e sacerdoti  “sotterranei” sono disposti a farsi riconoscere dal governo, ma rifiutano di iscriversi all’Ap che papa Benedetto XVI ha definito “inconciliabile con la dottrina cattolica”.

Fonti vicine al Vaticano e impegnate nei dialoghi hanno dichiarato che i prossimi incontri di dialogo fra Cina e Santa Sede avranno a tema proprio la situazione dei cattolici “sotterranei”.

I negoziatori vaticani sperano di convincere Pechino a riconoscere ufficialmente almeno 12 vescovi non ufficiali negli incontri che si dovrebbero tenere verso dicembre.