‘Silenzio impotente’, un sacerdote cinese e la censura dei siti cattolici
di P. Pietro (伯铎神父)

Confermata l’oscuramento dei siti di Vatican News, Ucan, AsiaNews.it. Eppure in Cina la costituzione difende la libertà religiosa. Le considerazioni di un sacerdote, a cui è stato oscurato il suo blog personale.


Pechino (AsiaNews) – “Una volta potevamo consultare Vatican News, ucanews.com, AsiaNews.it e altri [siti internet]; ora sono oscurati”: è l’amara constatazione di un sacerdote cinese, p. Pietro, dopo la decisione del governo di proibire tutti i siti internet di evangelizzazione. Veramente, AsiaNews.it in cinese, è oscurato da diversi anni, sebbene i membri del Partito lo consultino spesso. Ma le nuove regole sull’evangelizzazione on-line hanno cancellato anche il blog del sacerdote. P. Pietro sembra suggerire che la censura sia un elemento tradizionale in Cina: anche Confucio smise di scrivere quando venne ucciso un unicorno. Che è come dire: la violenza della censura riduce la speranza e dà spazio alla negatività.

 

Guan Moye, nato a Gaomi (Shandong, Cina orientale), scrive con lo pseudonimo di “Mo Yan” [lett.: “nulla da dire”]. Ironicamente, egli ha scritto molte opere letterarie e soprattutto, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 2012.

Confucio, il grande saggio ed educatore dell’antica Cina, ha scritto classiche opere letterarie e ha viaggiato nel Paese in lungo e largo per promuovere i suoi pensieri e dottrine. A un certo punto, una volta è apparso un unicorno [o kirin, animale mitologico, una specie di segno di benevolenza, come il dragone – ndr], ma alcuni cacciatori lo hanno ucciso. Da allora in poi Confucio non ha più scritto.

Riguardo a me stesso, non so chi io abbia offeso con i miei scritti e le mie immagini. La serie di foto (gallery) del mio blog sulla piattaforma Sina è stata oscurata senza dare alcuna ragione. Mi sento contrariato e impotente. Confucio ha smesso di scrivere perché alcune persone hanno distrutto l’equilibrio ambientale. La gente non ha risparmiato la vita a un unicorno benevolente, ma l’ha ucciso. Da allora in poi, Confucio ha smesso di scrivere ed è scivolato nella depressione e nel dolore, fino alla morte.

Oggi, 2500 anni dopo Confucio, la civiltà dovrebbe aver fatto tanti progressi. Eppure, la gente non può parlare e dire agli altri ciò che vogliono. Di fronte a ingiustizie, diseguaglianze e atti di inciviltà la gente rimane silenziosa. Quando ero giovane, ho sentito un proverbio: “rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia è un modo di piangere per quella ingiustizia”. Non ricordo chi abbia coniato questo proverbio, ma ora sono divenuto una persona che “di fronte all’ingiustizia, sceglie di stare in silenzio”.

Quando, per la prima volta, sono riuscito a registrare il mio blog in Cina, ero felice, perché avevo finalmente uno spazio tutto per me dove esprimere le mie opinioni. Certo, vi erano lettori che non erano d’accordo con me e mi hanno criticato, ma era un mondo di opinioni diverse. Era un po’ come la cosiddetta “Cento fiori e cento scuole di pensiero”[1], l’incarnazione del progresso sociale e della prosperità. Se i media, i network, i messaggi culturali sono espressi in modo unico e unilaterale, che volto può avere la cultura, il credo e la religione? Davvero non riesco ad immaginarlo.

Una volta ho chiesto a un apostata: “Hai ancora fede?”. Lui aveva abbandonato la sua fede durante la Rivoluzione culturale (1966-1976) e non manifestava alcuna espressione religiosa. È rimasto in silenzio per lungo tempo e poi ha detto: “La fede è una cosa profonda nel cuore dell’uomo”. Una risposta simile lascia perplessi. Nella società di oggi, così illuminata dal punto di vista politico, così prosperosa dal punto di vista economico, con la Costituzione che afferma con chiarezza la “libertà di credere”, questa libertà è divenuta anche una “cosa dell’anima”?

Una volta potevamo consultare Vatican News, ucanews.com, AsiaNews.it e altri [siti internet]; ora sono oscurati. Per le notizie sulla Chiesa cattolica si può solo consultare i siti della Chiesa cattolica in Cina e la Faith press. Pur avendo occhi, che riescono a vedere poco, non riusciamo a comprendere in pieno le situazioni specifiche e le informazioni sulla Chiesa universale e le Chiese locali.

A causa di una discreta confusione e dubbi, non ho alcuna ispirazione a scrivere e non ho alcun punto da sottolineare. La Santa Sede e la Chiesa negli Usa, la Chiesa tedesca, quella australiana, quella irlandese, cilena, e altre ancora… Ma tutte queste notizie e questo tipo di notizie fa sì che la gente non possa vedere notizie positive e quelle negative sono soffocanti. In un simile grande ambiente, è impossibile che la gente veda l’unicorno. Anche se qualcuno aspetta fino all’alba, è impossibile incontrare l’unicorno. Dovrei smettere di scrivere adesso? Sono confuso….

 


[1] “Cento fiori e cento scuole di pensiero” (più precisamente: Lasciate che 100 fiori sboccino e 100 scuole di pensiero contendano) era una campagna lanciata da Mao Zedong nel 1956, con cui invitava gli intellettuali a esprimersi liberamente e a discutere a partire da diverse visioni, rispetto a quelle del Partito comunista cinese. Ma dopo questo periodo, Mao ha accresciuto la sua persecuzione contro gli intellettuali, e proprio contro coloro che si erano espressi con visioni diverse dalla sua.