Il fallimento delle banche ombra e l’impotenza del governo cinese

Nel timore di essere regolamentate, centinaia di banche ombra dichiarano fallimento o i loro capi scompaiono con la cassa. Gli organismi di prestito promettevano rendimenti fino al 20%.


Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – Negli ultimi mesi centinaia di banche ombra hanno fatto fallimento lasciando migliaia di clienti senza un soldo, dopo aver investito tutti i loro averi.

Le banche ombra sono organismi che operano al di fuori del sistema bancario ufficiale e mettono in relazione piccole e medie imprese con possibili finanziatori, promettendo a questi ultimi rendimenti fino al 10-20% del capitale investito.

Le banche ombra sono fiorite in Cina in questi ultimi anni, favoriti da una parte dalla facilità con cui le banche ufficiali diffondevano denaro a pioggia per salvare il Paese dalla crisi economica mondiale; dall’altra perché le banche ufficiali non reputavano degne di prestito piccole e medie imprese. Il contatto fra piccole e medie imprese e compagnie o individui che prestavano denaro avveniva attraverso internet.

Il settore è cresciuto così tanto da coinvolgere almeno 50 milioni di clienti per un giro di affari di oltre 1300 miliardi di yuan (oltre 163 miliardi di euro). Secondo Moody’s, nel 2016 le banche ombra sostenevano l’87% del prodotto interno lordo. Ma alla fine di giugno di quest’anno, la percentuale è scesa al 73%.

Timoroso di vedere crescere il debito nazionale, il governo ha iniziato a mettere in guardia la popolazione dai favolosi rendimenti, anche se nel 2014, lo stesso premier Li Keqiang aveva esaltato questo modo di finanziare le piccole e medie imprese. Il punto è che per anni il governo ha lasciato crescere il fenomeno in modo anarchico e solo in questi mesi sta tentando di regolarlo.

Nel timore che lo Stato potesse iniziare a regolare le banche ombra, molte di esse hanno dichiarato fallimento e i loro direttori sono scomparsi portandosi dietro la cassa.

Secondo il sito specializzato Wangdaizhijia, lo scorso luglio almeno 165 piattaforme di prestito on-line erano incapaci di rimborsare i loro clienti o avevano dichiarato fallimento.

Diversi tentativi di radunare le vittime dei fallimenti e fare pressione sulle autorità sono stati fermati dalla polizia. Secondo Le Monde, in luglio e in agosto, diverse centinaia fra quelli che hanno perduto tutti i loro risparmi si sono dati appuntamento a Shanghai e a Pechino. Ma, dopo aver bloccato la chat con cui i manifestanti si tenevano in contatto, la polizia li ha messi in guardia di non scendere in piazza e ha arrestato alcuni di loro. Finora, nessuno dei direttori di queste banche ombra è stato arrestato.