Costantinopoli per l’indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina. L’ira di Mosca

Nominati due Esarchi per Kiev, legati al patriarca Bartolomeo. Per il patriarcato di Mosca è una “pesante e senza precedenti incursione nel territorio canonico” di Kirill.


Istanbul (AsiaNews) – Il patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha nominato due Esarchi per Kiev “in preparazione al garantire l’autocefalia (indipendenza) della Chiesa ortodossa ucraina”. In una nota pubblicata ieri sera sul sito del patriarcato, si rende nota la scelta dell’arcivescovo Daniel di Pamphilon (Stati Uniti) e del vescovo Ilarion di Edmonton (Canada). Nella struttura attuale della Chiesa ortodossa l’esarca è un alto prelato o un deputato del patriarca.

Il comunicato di Costantinopoli ha ricevuto subito una risposta irata e aspra da parte del patriarcato di Mosca. Vladimir Legoyda, capo del Dipartimento sinodale per i rapporti con Chiesa, società e media, ha diffuso una dichiarazione in cui accusa il patriarcato ecumenico di “pesante e senza precedenti incursione nel territorio canonico del patriarcato di Mosca”. E ha aggiunto: “Una simile azione non può essere lasciata senza risposta”.

In Ucraina esiste una Chiesa ortodossa di obbedienza moscovita e una (scismatica) del Patriarcato di Kiev. Le pressioni per l’autocefalia degli ortodossi ucraini si sono accresciute a causa della situazione politica nei rapporti fra Ucraina e Russia. Lo scorso aprile, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha inoltrato a Costantinopoli una domanda per l’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina, che potesse sanare lo scisma.

Alla fine di agosto, il patriarca Kirill ha incontrato Bartolomeo a Costantinopoli per un colloquio da cui non sono emerse chiare conclusioni.  Ma alla Sinassi (incontro di patriarchi e vescovi del patriarcato) che è seguita, Bartolomeo si è mostrato favorevole all’autocefalia degli ortodossi ucraini.