Cittadinanza negata in Assam: Tutto nasce dalla crisi dei Rohingya

Nello Stato indiano del Nord-est almeno quattro milioni di abitanti rischiano di essere espulsi. Nell’elenco aggiornato dell’anagrafe non compaiono i nomi di tanti immigrati fuggiti dal Bangladesh. Chief minister del West Bengal accusa il partito di governo di sobillare la guerra civile e viene querelata.


New Delhi (AsiaNews) – L’esclusione dai diritti di cittadinanza e di voto di quattro milioni di indiani in Assam discrimina in particolare poveri ed emarginati. Lo sostengono gli attivisti di Citizens for Justice and Peace (Cjp), Ong indiana che fornisce sostegno legale in episodi di discriminazione e settarismo. Ad AsiaNews Ram Puniyani, presidente del Center for Study of Society and Secularism di Mumbai, dichiara di condividere la loro opinione e aggiunge che la cittadinanza negata a milioni di persone è “il risultato del sentimento di ferocia che colpisce chiunque sia considerato diverso perché straniero. Questo ha un’unica origine: la crisi dei profughi Rohingya”.

In India non accenna ad attenuarsi l’acceso dibattito sull’elenco dei cittadini dell’Assam. Dall’ultimo aggiornamento sui dati raccolti tra il 2014 e il 2016, sono state escluse 4 milioni di persone che ora rischiano la deportazione. Ieri la discussione ha assunto toni addirittura apocalittici quando Mamata Banerjee, chief minister del West Bengal e leader del Trinamool Congress, ha affermato che la pubblicazione dell’elenco rischia di portare alla guerra civile. Poi ha puntato il dito contro il governo del Bharatiya Janata Party (Bjp) del premier Narendra Modi. “Il Bjp – ha accusato – vuole dividere la popolazione. Nel Paese si arriverà ad un bagno di sangue e alla guerra civile”. Oggi è arrivata anche la risposta del partito nazionalista indù: la sua ala giovanile, il Bharatiya Janata Yuva Morcha (Bjym), ha sporto denuncia contro la leader democratica, tra i personaggi politici più amati in India.

Il dibattito nasce dalla scelta del National Register of Citizens (l’anagrafe dell’Assam) di escludere dal conteggio dei cittadini dello Stato i nomi di coloro che sono emigrati in India nel periodo successivo alla guerra di liberazione bengalese del 1971. Dalla fine del conflitto tra Pakistan occidentale e orientale (oggi Bangladesh), l’Assam è stata meta di una massiccia migrazione. Nel corso degli anni la questione degli immigrati in maggioranza musulmani è diventata sempre più urgente.

Secondo gli analisti, la decisione di eliminare dal conteggio della popolazione i cittadini di origine bengalese ha uno scopo ben preciso: modificare la composizione della popolazione dello Stato, riducendo la percentuale dei membri di fede islamica. In molti evidenziano che la pubblicazione dell’elenco è l’ultimo tentativo del governo di destra del premier Modi di avvantaggiare la maggioranza indù a scapito delle minoranze, soprattutto in vista delle elezioni del 2019. 

Da ultimo oggi a esasperare i toni è stata la proposta del governo di Delhi di raccogliere i dati biometrici dei quattro milioni di assamesi che rischiano l’espulsione, per scongiurare il pericolo che essi tentino di cambiare identità fuggendo in altri Stati indiani. Secondo gli attivisti di Cjp, gli abitanti dell’Assam meritano rispetto. “Il destino di tante persone innocenti – affermano – è appeso ad un filo”.