Pakistan, continua lo spargimento di sangue: almeno 132 morti. L’ex-premier Sharif affronta il carcere

Due attentati, uno a firma dell’Isis. Ucciso anche un esponente politico. Le violenze a poche ore dal ritorno di Sharif da Londra.


Quetta (AsiaNews/Agenzie) – L’ex-primo ministro Nawaz Sharif torna per affrontare il carcere in un Paese scosso dalla violenza pre-elettorale. Ieri, due nuovi attentati hanno ucciso più di 130 persone, incluso un candidato politico.

A Dringarh, circa 35km a sud da Quetta, capitale provinciale del Balochistan, un attentatore suicida dell’Isis si è fatto esplodere, uccidendo 128 persone durante un comizio elettorale. Fra le vittime vi è Siaj Raisani, un politico in corsa per la legislatura provinciale. Egli era un esponente del partito Awami del Balochistan, fondato lo scorso marzo.È il più grave attentato in Pakistan sin dal 2014.

Nella stessa giornata, si è consumato un altro attacco nel Pakistan nord-occidentale, in cui sono morte quattro persone. Gli episodi seguono l’attentato suicida a firma dei talebani che il 10 luglio ha reclamato la vita di almeno 20 persone.

Le violenze sono esplose a poche ore dell’arrivo di Sharif, di ritorno da un viaggio a Londra con la figlia Maryam. Oggi, l’ex-premier è stato preso in custodia dalla polizia. Sia lui che la figlia dovranno affrontare condanne a 10 e sette anni di carcere. Secondo alcuni attivisti, la sentenza sarebbe motivata da ragioni politiche: il fine sarebbe quello di estromettere il suo partito dalle imminenti elezioni del 25 luglio, a favore dell’avversario Imran Khan.