Jakarta, Ahok rifiuta la libertà condizionata: spera nel rilascio anticipato

Secondo la sorella, potrebbe uscire già nei primi di agosto grazie alla buona condotta. Il politico cristiano ha già scontato 14 dei 24 mesi previsti dalla sua condanna per blasfemia: avrebbe potuto beneficiare dei permessi a partire dal prossimo mese.


Jakarta (AsiaNews/Agenzia) – L’ex governatore di Jakarta, il cristiano di etnia cinese Basuki “Ahok" Tjahaja Purnama, “ha deciso di non usufruire della libertà condizionata e aspetterà fino a quando non sarà completamente libero”. È quanto ha annunciato ieri sua sorella Fifi Lety Indra sui social media.

Il politico, che in carcere ha già scontato 14 dei 24 mesi previsti dalla sua condanna per blasfemia, avrebbe potuto beneficiare di permessi fino ad un massimo di quattro ore al giorno a partire dal prossimo mese. Secondo la sorella, vi sarebbe tuttavia la possibilità che Ahok possa lasciare il carcere in via definitiva già nei primi di agosto, dopo aver scontato quasi due terzi della sua pena e tenendo conto di un possibile sconto per buona condotta. Le autorità carcerarie hanno confermato che l’ex governatore è stato “cooperativo” durante tutto il periodo trascorso in prigione ma non hanno rilasciato commenti circa la sua libertà condizionata.

Il rilascio anticipato porrebbe fine al controverso caso giudiziario di Ahok, diventato un campione del pluralismo per gran parte della società moderata d’Indonesia. Lo scorso 26 marzo egli si era visto respingere il ricorso in appello presso la Corte suprema [Mahkamah Agung (Ma) in indonesiano]. Il 9 maggio 2017, Ahok era stato riconosciuto colpevole e condannato a due anni di prigione per aver diffamato l'islam, al termine di un discusso processo.

Un video manipolato del settembre 2016 ritraeva Ahok mentre metteva in guardia gli abitanti della reggenza di Thousand Islands dalle persone che usano i versetti del Corano per ottenere un guadagno politico. Il filmato aveva scatenato le violente proteste dei movimenti islamici radicali ed influito sulla sconfitta di Ahok, candidato favorito alle elezioni di aprile 2017 per il governatorato della capitale indonesiana.

In un primo momento, Ahok si era astenuto dal procedere in un ricorso contro il verdetto. Tuttavia, alcuni mesi dopo, la Corte distrettuale di Bandung, capitale della provincia di West Java, ha condannato Buni Yani, suo principale accusatore, a 18 mesi di reclusione per aver diffuso commenti discriminatori e diffamatori all’indirizzo dell’ex governatore cristiano e aver modificato alcune parti del video incriminato.