La Nigeria abbandona il dollaro: è lo yuan la nuova ‘moneta africana’

Abuja utilizzerà la valuta cinese per tutte le transazioni economiche. Dopo l’Angola e i “petroyuan”, anche la prima economia africana sceglie la Cina come principale partner commerciale. Si stima che il 22% del debito dell’Africa sia contratto con la Cina.


Abuja (AsiaNews/Agenzie) - La Nigeria ha firmato a marzo un accordo con la Icbc, la più importante banca cinese, con lo scopo di adottare lo yuan come moneta commerciale. Il Paese africano ha compiuto uno scambio di valuta dal valore di 2,5 miliardi di dollari in yuan. L’obiettivo è quello di facilitare gli scambi commerciali tra i due Paesi. La scelta della Nigeria indica una tendenza ormai assodata in Africa: a fine maggio quattordici Paesi africani e diciassette banche centrali si sono riunite nello Zimbabwe per adottare lo yuan come moneta di riserva.

La valuta cinese è la settima moneta utilizzata negli scambi commerciali: si tratta del 2% delle transazioni mondiali. La Nigeria ha abbandonato il dollaro in seguito al crollo del prezzo del greggio del 2014. In quell’occasione il Paese africano era stato costretto a vendere i propri dollari sul mercato interbancario per aumentare la liquidità della naira nigeriana (la moneta nazionale).

D’altra parte l’introduzione della yuan è una mossa utile per la Nigeria anche per ripagare il suo debito con la Cina. Si stima che Il 22% del debito pubblico dell’Africa sia contratto con Pechino. Adottando la moneta cinese si azzerano i rischi derivati dal cambio e dalla fluttuazione dei valori monetari.

L’accordo con la Nigeria arriva dopo due anni di negoziazioni. In questo modo lo yuan diventerà la seconda moneta commerciale della Nigeria, tra le prime economie dell’Africa. Il patto arriva dopo un altro importante accordo siglato dalla Cina con l’Angola. Quest’ultima è il primo partner della Cina per quanto riguarda l’importazione di petrolio. Nel 2015 a Shanghai i due Paesi hanno siglato un accordo per cui la Cina può pagare in yuan il petrolio dell’Angola, il cosiddetto “petroyuan”. La Cina è il primo Paese al mondo importatore di greggio, con nove milioni di barili al giorno.