L’Assemblea generale Onu condanna le violenze di Israele a Gaza

La risoluzione è passata con 120 voti a favore e otto contrari. Respinto l’emendamento Usa di condanna a Hamas. Il testo approvato critica il lancio di razzi, ma non considera Hamas come unico responsabile.


New York (AsiaNews) – L’Assemblea generale dell’Onu condanna Israele per le morti di Gaza. Ieri, la risoluzione “Protection of the Palestinian civilian population” (A/ES-10/L.23) proposta da Algeria, Turchia e Stato di Palestina è passata con una maggioranza schiacciante: 120 voti a favore, otto contrari e 45 astenuti.

Respinto invece l’emendamento proposto dagli Stati Uniti, che prevedeva una forte condanna ad Hamas, pur ricevendo 62 voti a favore a fronte di 58 contrari. Per essere approvate, le modifiche a una risoluzione richiedono una maggioranza di due terzi. L’appello della rappresentante Usa Nikki Haley, in riferimento a una regola procedurale che prevede un secondo voto per cui è necessaria una minore maggioranza, non ha cambiato il risultato. Alla seconda votazione, l’emendamento ha ricevuto 66 pareri a favore, 73 contro e 26 di astensione.

Il testo approvato “deplora l’uso di qualsiasi forza eccessiva, sproporzionata e indiscriminata da parte dell’esercito israeliano contro i civili palestinesi”, compreso l’uso di “fuoco vivo sui manifestanti civili, inclusi bambini, oltre che personale medico e giornalisti”. In oltre, nel documento si chiede al Segretario generale dell’Onu di presentare entro 60 giorni delle “proposte su modi e strumenti per assicurare la sicurezza, protezione e benessere della popolazione civile palestinese sottoposta a occupazione israeliana”. La risoluzione non manca di condannare il lancio di razzi da parte di Hamas, senza ritenerlo però unico responsabile.

Le violenze lungo il confine di Gaza sono iniziate il 30 marzo, il “Giorno della terra”. Ogni settimana, migliaia di palestinesi di Gaza marciano lungo il confine con Israele, rivendicando il diritto dei profughi a tornare alle proprie terre ancestrali. Sin dal primo giorno, Israele ha risposto facendo uso di munizioni vere sui manifestanti. I palestinesi si sono presentati disarmati al confine, ad eccezioni di bombe molotov e “aquiloni incendiari”. Ad oggi, fra i palestinesi ci sono almeno 120 i morti e più di 13mila i feriti. Alcuni vertono in gravi condizioni o sono a rischio di amputazioni. Nessun ferito o significativo danno è invece riportato da parte israeliana. Dall’inizio delle violenze, il governo israeliano ha sempre rigettato la possibilità di un’indagine indipendente, accusando Hamas di spingere i palestinesi a morire per propaganda.