Card. Gracias: alle minacce, la Chiesa risponde con armonia, integrazione e dialogo
di Nirmala Carvalho

Il presidente dei vescovi indiani interviene sulle polemiche suscitate dall’appello alla preghiera per le elezioni del 2019 lanciato dall’arcivescovo di Delhi. Con il ministro dell’Interno parla della missione della Chiesa, dell’impegno per poveri, donne, emarginati e bambini in ogni angolo del Paese.


Mumbai (AsiaNews) – La Chiesa cattolica in India “deve lavorare per l’armonia, l’integrazione e il dialogo”. È quanto afferma ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), intervenendo sulla polemica scatenata dall’iniziativa dell’arcivescovo di Delhi, mons. Anil JT Couto. Il prelato ha suscitato l’irritazione del partito nazionalista indù al potere Bjp (Bharatiya Janata Party) quando ha chiesto ai cattolici della sua diocesi di pregare e digiunare in vista delle elezioni generali del 2019. A tal proposito, il card. Gracias sostiene: “Si tratta di una lettera pastorale locale, e in tale contesto deve essere interpretata. In tutta l’India ci sono 173 vescovi”.

Il porporato è stato intervistato a margine dell’incontro con Rajnath Singh, ministro dell’Interno dell’Unione indiana. Il 24 maggio egli ha riportato al rappresentante del governo di Delhi le preoccupazioni della minoranza cristiana, che lamenta che le autorità statali non fanno abbastanza per garantire protezione. Qualche giorno fa il ministro ha dichiarato che nel Paese non esiste discriminazione religiosa, ma poi membri del suo partito hanno invitato mons. Couto ad “astenersi dall’istigare le caste e le comunità”.

Il card. Gracias conferma le indiscrezioni trapelate sugli organi di stampa, che sostengono che egli ha parlato del tentativo di polarizzare la società. “È vero – ammette –. Sento che la polarizzazione è molto più forte rispetto agli anni passati. Le persone sono indotte a credere che ci siano minacce contro una particolare comunità. E questo non è un bene per il Paese. Dobbiamo lavorare per l’armonia, l’integrazione e il dialogo”.

Al ministro il cardinale ha detto “di essere molto ottimista sulla missione della Chiesa, che continua in tutta la nazione. La Chiesa in India continua a servire nelle aree rurali più remote del Paese. Serviamo in modo altruistico i più poveri dei poveri, gli emarginati, coloro che non sono nati, le bambine, le donne, senza alcun tipo di discriminazione, attraverso l’apostolato nelle strutture mediche, con l’educazione e il welfare”. Il presidente dei vescovi sottolinea che “in India la Chiesa non è solo nelle cappelle o in sacrestia, ma la sua missione è anche nelle strade, nel parlare di diritti umani, giustizia e sviluppo. La Chiesa in India è anche molto coinvolta nelle questioni del cambiamento climatico”. “Sosteniamo la sicurezza delle donne – dice in conclusione – che è un aspetto su cui tutti noi siamo preoccupati, così come l’immagine della nostra amata nazione”.