Madhya Pradesh, musulmano ucciso per il sospetto di macellare vacche sacre

Riyaz aveva 45 anni e faceva il sarto. È stato picchiato insieme all’amico Shakeel, ricoverato in ospedale. Una volta dimesso, quest’ultimo dovrà rispondere di oltraggio alle vacche.


Satna (AsiaNews/Agenzie) – Un musulmano del Madhya Pradesh è deceduto in seguito alle ferite riportate per le percosse ricevute da un gruppo di radicali indù. L’uomo, un sarto di 45 anni di nome Riyaz, è stato picchiato perché sospettato di aver macellato una vacca insieme ad un altro musulmano, Shakeel di 38 anni, rimasto gravemente ferito e ricoverato in ospedale. In India la vacca è l’animale sacro della religione indù e per questo gruppi di fanatici nazionalisti giustificano come “dovute” le violenze nei confronti di chi osi anche solo trasportarle al mercato.

Ieri gli agenti ieri hanno arrestato quattro persone per omicidio e aggressione. L’incidente è avvenuto lo scorso 18 maggio nel villaggio di Amgara, nel distretto di Satna. Secondo le ricostruzioni della polizia, gli aggressori si sono accaniti con colpi di bastone contro i musulmani dopo che si era diffusa la notizia che essi erano coinvolti nella macellazione dei bovini. Rajesh Kumar Hingankar, sovrintendente di polizia di Satna, riferisce a Hindustan Times che nel villaggio erano state rinvenute le carcasse di due mucche. Per questo gli agenti hanno registrato il caso contro il defunto e il ferito, secondo il Madhya Pradesh Cow Slaughter Ban Act del 2004 e il Madhya Pradesh Agriculture Cattle Preservation Act del 1959. “Shakeel – fa sapere il funzionario di polizia – verrà arrestato quando sarà dimesso dall’ospedale”.

L’omicidio di Riyaz rischia di riaccendere le tensioni tra le comunità musulmana e indù, dopo che lo scorso anno si sono verificati diversi episodi di violenza da parte dei “protettori delle vacche”. Sul tema è dovuta intervenire anche la Corte suprema per annullare il bando sui mattatoi di bovini che alcuni Stati guidati dal partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party) avevano approvato. Stabilito in via ufficiale per proteggere la sacralità dell’animale, in realtà il divieto discrimina in particolare la minoranza islamica.