Tashkent, 18mila rimossi dalla 'lista nera' degli estremisti

Nell'era Karimov,  con la lotta all'estremismo religioso i servizi segreti giustificavano abusi ed erano il braccio armato contro il dissenso. Mirzyoyev denuncia le torture contro innocenti e promette di consegnare i colpevoli alla giustizia. 


Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Quest'anno più di 18mila cittadini uzbeki sono stati cancellati dalla lista degli accusati di estremismo religioso. Lo ha annunciato ieri ai giornalisti Pulat Bobojonov, ministro degli Interni. Da quando è salito in carica, il presidente Shavkat Mirziyoyev sta cercando di riformare il Paese, combattendo  le persecuzioni contro la libertà religiosa e il dissenso, come pure la piaga dello sfruttamento nei campi di cotone.

Durante l'era del regime di Islam Karimov, durato 27 anni fino alla sua morte, l'Uzbekistan National Security Service (Snb) era divenuto famoso per i suoi abusi nel nome della lotta all’estremismo religioso. In Uzbekistan, la maggior parte dei 32 milioni di cittadini sono musulmani; in migliaia sono stati imprigionati con accuse di estremismo e iscritti a una lista nera di potenziali estremisti.

Proprio contro i servizi segreti si è scagliato il presidente Mirziyoyev, dichiarando “tempo scaduto” al loro potere egemonico durante un incontro con alcuni attivisti locali nella provincia di Bukhara, il 16 febbraio. Successore del Kgb sovietico, il Snb è stato il braccio armato contro il dissenso del regime di Karimov. Da quando è salito in carica, Mirziyoyev ha espresso l’intenzione di limitare il ruolo del Snb. Il 31 gennaio ha sollevato dalla sua posizione il capo dei servizi segreti, Rustam Inoyatov, alla guida dell’agenzia per quasi 23 anni. Il presidente ha inoltre ordinato al Snb di rimuovere i suoi agenti dalle missioni diplomatiche e vietato alle forze di sicurezza di condurre perquisizioni e intercettazioni senza il permesso di una Corte.

Secondo Mirziyoyev, entrato nel suo secondo anno di mandato, i “cani pazzi” dei servizi di sicurezza sono responsabili di barbarie verso innocenti, in particolare contro chiunque “diventasse di successo negli affari”. Egli sostiene che la situazione "non era così neanche nel 1937", alludendo all'era staliniana conosciuta come il "Grande terrore". “Ho anche foto che mostrano torture”, denuncia. “So i nomi degli ispettori che hanno commesso queste atrocità”. E promette di consegnare i colpevoli alla giustizia: “Sconteranno 20 anni in prigione, se necessario”.