Madhya Pradesh, l’Hindutva contro i poveri. Le denunce di cattolici e protestanti
di Nirmala Carvalho

Chiuso l’ostello che dal 1997 ospitava studenti tribali. La polizia è arrivata con cinque jeep cariche di estremisti indù, spaventando i bambini. Il collegio è accusato di conversioni forzate. Sajan K George: “I nazionalisti sono contro i cattolici perché vogliono continuare a sfruttare dalit e tribali”.


Mumbai (AsiaNews) – A nome di tutta la Chiesa indiana, “condanno con forza la chiusura del collegio cattolico che da 20 anni accoglieva bambini poveri e chiedo alle autorità di riaprire subito l’ostello”. È la netta posizione dei mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bhopal in Madhya Pradesh. Egli interviene sulla vicenda che sta addolorando i cristiani locali: la chiusura del collegio situato nel villaggio di Mohanpur, inaugurato nel 1997 per l’accoglienza di tribali. Le autorità distrettuali di Guna hanno messo i sigilli e cacciato ragazzi e direttore. Il cavillo burocratico sarebbe la mancanza di una firma sull’atto di proprietà, ma l’accusa più pesante è quella di convertire con forza al cristianesimo gli ospiti della struttura. In realtà, denuncia l’arcivescovo, “l’obiettivo dei fondamentalisti [indù] è di creare divisioni nella società. Dobbiamo combattere tutto questo”.

La vicenda dell’ostello cattolico è venuta alla ribalta ieri. P. Maria Stephen riferisce: “Ciò che più ci ferisce e preoccupa è il modo con cui è avvenuta la chiusura. La polizia è arrivata di notte con cinque jeep cariche di membri dell’Rss [Rashtriya Swayamsevak Sangh, gruppo paramilitare indù, ndr] e del Vhp [Vishva Hindu Parishad, nazionalisti indù, capofila dell’ideologia Hindutva – ndr]. Questo ha spaventato i bambini”. Secondo il sacerdote, “il comportamento dei funzionari denota che essi non sono dalla parte dei poveri, bensì dei ricchi. È straziante vedere che viene interrotto [un servizio che fornisce] benessere e buona educazione ai bambini poveri”.

Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), lamenta che “di continuo gli estremisti montano le passioni settarie contro la vulnerabile minoranza cristiana. Essi colpiscono in particolare le istituzioni cristiane, soprattutto gli ostelli nei villaggi remoti che si occupano di educare e migliorare le condizioni di tribali e dalit”. Il leader riferisce che negli ostelli si svolgono programmi nutrizionali che “vogliono accrescere lo sviluppo olistico dei settori emarginati e poveri della società. Ma gli estremisti vi si oppongono perché essi sono a favore dello sfruttamento di tribali e dalit per i loro interessi”.

Il presidente del Gcic ricorda che la vicenda della scuola non è il primo caso di intimidazione contro i cristiani del Madhya Pradesh, accusati di conversioni forzate. Egli cita i due arresti avvenuti a maggio, durante i quali sono stati fermati sia dei minori che i loro accompagnatori. I cristiani sono stati incriminati per aver violato la legge anti-conversione dello Stato. In realtà essi stavano solo accompagnando i bambini ad un campo estivo, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dei genitori. In seguito a giugno la scure d’intolleranza dei nazionalisti è caduta su suor Bina Joseph, arrestata e incriminata per rapimento di minori e conversioni forzate. In realtà la religiosa della congregazione delle Carmelitane di santa Teresa (Csst) stava solo viaggiando in compagnia di quattro ragazze tribali. Questi episodi dimostrano, conclude Sajan K George, che “le garanzie costituzionali di libertà per tutti i cittadini sono violate e le minoranze bersagliate dai gruppi di vigilanti”.