Il viaggio di 2mila miglia di una moglie per vedere il marito, attivista detenuto

Zhang Haitao era stato arrestato nel 2015 e condannato a 19 anni di prigione per alcuni post online. È in prigione dal dicembre scorso, e da allora non ha visto né la moglie né il figlio nato dopo l’incarcerazione. Il 19 aprile la moglie si è messa in viaggio per incontrarlo, nel deserto dello Xinjian.


Urumqi (AsiaNews/ChinaChange) – Li Aijie si è imbarcata lo scorso 19 aprile in un lungo e difficile viaggio per raggiungere la prigione di Shaya, nello Xinjiang sud-occidentale. Dallo scorso novembre non vede il marito Zhang Haitao, attivista per i diritti umani arrestato in Cina nel 2015 e condannato a 19 anni di prigione per “istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato”. Nel racconto del suo viaggio, ancora in corso, la donna condivide il dolore di essersi vista “portare via” il marito poco prima della nascita del loro primogenito, che lui non ha mai visto e che non ha portato con sé per paura che il suo “giovane corpo” non sopportasse le fatiche del viaggio.

Dal 2 dicembre scorso Zhang Haitao è in prigione per scontare la pena fino al 25 giugno del 2034, quando avrà 63 anni. Il 21 aprile, Li Aijie ha detto a Radio Free Asia che avrebbe lasciato Urumqi il 22 aprile, e che sarebbe arrivata ad Aksu in 23, e a Shaya oggi, 24 aprile. Non ci sono aggiornamenti da Li Aijie dal 22 aprile.

Riportiamo le parole della donna, pubblicate ieri su China Change.

 

19 aprile 2017

 

Zhang Haitao è nativo della provincia di Henan. È un prigioniero di coscienza nello Xinjiang per il crimine di istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato. Egli ha ricevuto una condanna severa di 19 anni per i suoi “reati di opinione”. Il suo secondo processo si è tenuto il 28 novembre 2016. La Corte superiore della Regione autonoma dello Xinjiang ha confermato il giudizio e la sentenza originali. Il 2 dicembre 2016 è stato inviato alla prigione di Shaya nel deserto dello Xinjiang sud-occidentale. Il 13 aprile del 2017, dopo quattro mesi di attesa, la seconda sorella maggiore di Haitao ha ricevuto infine una telefonata dalla prigione di Shaya che approvava una visita familiare.

Mi sento come un cavalier errante. Ho preparato la valigia e mi sono preparata al viaggio. Ma non ho la calma cavalleresca e la naturale grazia di un cavalier errante, né la sua velocità e scaltrezza.

In questo viaggio non ho portato Little Mandela a vedere suo padre, e mi sento molto in colpa! Sebbene sapessi che Haitao aspetta con impazienza di vedere suo figlio, e che Little Mandela sente molto la mancanza di suo padre, il viaggio è lungo e non sapevo se il suo giovane corpo potesse sopportarlo. Devo andare prima da sola, sperimentare, sentire, e imparare da esso, per poter sapere quanto arduo questo viaggio sia.

Prima fermata: contea di Zhenping – città di Nanyang – città di Zhengzhou (nella provincia di Henan).  Sulla strada era difficile calmare i miei pensieri. Il mio cuore e la mia mente erano agitati e tristi, a tal punto che solo mettermi in cammino mi ha fatto piangere. Il 30 novembre del 2016, dopo cinque mesi di agonia nel centro di detenzione della Regione autonoma dello Xinjiang, io e Haitao ci siamo visti per appena 20 minuti. Era come se fossero passati secoli da quando ci eravamo visti l’ultima volta. È stato un incontro così difficile, sotto quali circostanze ci incontreremo di nuovo? In quali condizioni sarai?

Partendo, faccio finta di essere forte e cavalleresca, ma so di essere un uccellino fragile che non può resistere ad alcun vento. Siete tutti voi amici, che date alla nostra intera famiglia amore disinteressato e sostegno, a darmi la forza di aprire le ali e andare avanti. Seguendo i passi del signor Gao Zhisheng*, faccio tesoro della compagnia, preoccupazione e sostegno di tutti voi amici, nel lungo viaggio verso Shayaa per vedere mio marito! I miei più profondi e sentiti ringraziamenti!

 

21 aprile 2017

 

Cari amici, ieri sono arrivata sana e salva nella nostra casa in Urumqi. Visto che l’areo ha tardato, dopo essere arrivata avevo delle faccende da sbrigare e non ho potuto rispondere ai messaggi degli amici. Le mie scuse.

Sono arrivata nella casa che avevo lasciato quasi cinque mesi fa, tutto era rimasto uguale, ad eccezione che era tutto ricoperto da uno strato di polvere. Quando ho aperto la porta della camera da letto, davanti ai miei occhi ho trovato i vestiti di Haitao che avevo riportato dal centro di detenzione il 30 novembre 2016, piegati con cura sul letto. Sono stata sopraffatta dalla tristezza. Le cose rimangono ma le persone non ci sono più. La figura familiare di Haitao mi appare davanti agli occhi, e ripercorro eventi passati scena per scena…

Sebbene la nostra casa sia piccola, solo una stanza da letto e un salotto, è piena d’amore. Dopo aver cenato mi trascinavi sempre di stanza in stanza, senza mai stancarti, e lo chiamavi: “Esercizio per perdere peso”.

Quando tornavamo dalla nostra passeggiata dopo cena, io dicevo in modo petulante di non poter camminare più perché ero appena arrivata nello Xinjiang, pensavo che vivere al sesto piano fosse troppo in alto e non c’era l’ascensore. Tu giuravi: “Non ti preoccupare, ti porterò sulla mia schiena!” E mi portavi sin dal primo piano, sbuffando e soffiando, e io ti prendevo in giro: “Porti tua moglie piggy carrying [‘piggy’ in inglese significa ‘maiale’, ‘piggy carring’ significa a cavalluccio, ndr]” Il tuo segno zodiacale è il maiale, ma tu non vivere come un maiale!

Spesso, quando eravamo al terzo piano, io cercavo di scendere dalla tua schiena. Tu volevi continuare a portarmi, ma io non volevo stancarti, mio caro. Ricordo la tua risata felice e le nostre voci allegre come fosse ieri.

Quanto vorrei appoggiarmi ancora alla tua schiena robusta, e lasciarti portarmi ancora una volta! Finché siamo così vecchi che non possiamo andare da nessuna parte…

E il poster sul muro del bambino paffuto. Ricordo che quel giorno sei entrato in casa di malumore, ti ho preso la mano e ho aperto la porta della stanza da letto. Il poster di questo tenero bambino paffuto ti è apparso davanti agli occhi e tu ti sei messo subito a ridere: eravamo pronti ad avere un bambino tutto nostro.

Ma non avevamo fretta: “Il dottore dice che dopo aver preso le medicine dovresti aspettare almeno metà anno prima di restare incinta!” Si, stavo prendendo medicine per curare sei fibromi uterini, e avevo smesso solo da tre mesi. Un mese prima stavo ancora prendendo antinfiammatori (il dottore ha detto che dovevo smettere di prendere quella medicina quattro mesi prima della gravidanza). E tu hai detto che non avevamo ancora condiviso abbastanza paradiso per due. Ho dissentito: “Stiamo diventando vecchi entrambi, non possiamo avere un bambino quando ti pare”.

Avendo così tanti fibromi uterini, mi preoccupavo se potessi concepire. Non molto prima tu avevi ricevuto una chiamata dalla tua famiglia, volevano che tornassimo a casa e adottassimo un bambino. Le tue sorelle maggiori non pensavano potessi avere un figlio mio.

Quando penso a nostro figlio Little Mandela, sono commossa fino alle lacrime! Dio ha avuto misericordia e ci ha concesso questo figlio. Ero incinta di poco più di tre mesi, eravamo immersi nella felicità, quando è scoppiata la catastrofe. Ti hanno portato via da casa nostra. Da allora, ti ho cercato così tante volte nei miei sogni e non ti ho trovato. La nostra famiglia di tre persone dovrebbe godersi la felicità, e invece una grande distanza ci separa.

Aprendo il gruppo [su WeChat], sono piovuti messaggi da così tanti amici. Il loro amore, sostegno e incoraggiamento straripava dalle loro parole. Il loro amore mi ha commosso alle lacrime. Chiedo a tutti i miei amici di continuare questo viaggio verso Shaya con me!

 

*Gao Zhisheng, avvocato, è stato detenuto nella prigone di Shaya dal dicembre 2011 fino all’agosto 2014