Suora indiana: Negli occhi dei bambini usati come schiavi, un pianto per la vita
di Gracy Rodrigues*

Oggi si celebra la terza Giornata mondiale di preghiera, riflessione e azione contro la tratta. È stata istituita da papa Francesco nel giorno della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. Suor Gracy fa parte del Movimento asiatico delle religiose contro il traffico di esseri umani. In tutto il mondo iniziative per contrastare la riduzione in schiavitù.


Mumbai (AsiaNews) – “Il luogo era puzzolente, sporco, buio, orribile. Ero scioccata e il mio spirito desiderava la luce, il conforto per me e per il mio popolo. Ho visto negli occhi di quei tre bambini innocenti un pianto per la vita. Erano stati usati come schiavi”. È il drammatico racconto di suor Gracy Rodrigues, religiosa indiana della Congregazione delle Figlie della carità (conosciute come “canossiane”), che lavora per salvare bambini vittime di tratta. Ad AsiaNews riporta il suo impegno come attivista del Movimento asiatico delle religiose contro il traffico di esseri umani (Amrat), un network di 52 congregazioni religiose impegnate nella lotta contro la riduzione in schiavitù.

Oggi infatti si celebra la terza Giornata mondiale di preghiera, riflessione e azione contro la tratta di persone, istituita nel 2015 da papa Francesco nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. Santa Bakhita (che significa “Fortunata”), canonizzata nel 2000 da papa Giovanni Paolo II, è stata una suora sudanese, rapita in tenera età, venduta nei mercati di El Obeid e Khartoum, e vittima per anni di sfruttamento e sevizie. Oggi il papa, parlando di Bakhita, ha detto: “Questa ragazza schiavizzata in Africa, sfruttata, umiliata, non ha perso la speranza e ha portato avanti la fede, e finì per arrivare come migrante in Europa. E lì sentì la chiamata del Signore e si fece suora. Preghiamo santa Giuseppina Bakhita per tutti i migranti, i rifugiati, gli sfruttati che soffrono tanto, tanto”.

Suor Gracy riporta che “ogni due minuti, un bambino viene sfruttato; oltre 200 milioni di bambini lavorano come schiavi; 73 milioni di essi hanno meno di 10 anni”. Oggi in tutto il mondo si tengono diverse iniziative sotto il nome di “Sono bambini, non schiavi!”, sostenute dalla Thalita Kum, la rete internazionale di vita consacrata contro il traffico di esseri umani. Di seguito il commento della suora canossiana (traduzione a cura di AsiaNews).

La famiglia e la comunità sono di estrema importanza e giocano un ruolo vitale nell’educazione dei bambini e nello sviluppo della civiltà. Al contrario, la schiavitù è un sistema disumanizzante e depravato che tenta di ridurre il valore e la dignità, portandoci verso la cultura della morte. Oggi in ogni angolo della società e del Paese ascoltiamo il pianto del bambino: “Non sono al sicuro”. Tutto questo punge la mia coscienza? E le mie orecchie sentono questo pianto? Ogni volta che ascolto il pianto di questi bambini che sono per le strade, o nelle baraccopoli, o nei riformatori, o sui marciapiedi, il cuore mi dice: “Sono bambini, non schiavi”.

Ogni due minuti un bambino è vittima di sfruttamento sessuale. Nel mondo, più di 200 milioni di minori lavorano, di cui 73 milioni hanno meno di 10 anni. Ogni anno 22mila bambini muoiono a causa di incidenti sul lavoro. Si calcola che circa 30 milioni di piccoli hanno perso la loro infanzia per lo sfruttamento sessuale negli ultimi 30 anni. Essi vengono trafficati per il mercato del sesso, la produzione pornografica, i matrimoni forzati, le adozioni illegali, il lavoro forzato o per diventare bambini soldato. Il traffico viola in modo chiaro il diritto fondamentale a vivere con dignità.

Papa Francesco afferma: “Quanto spero che ciascuno di noi ascolti il pianto di Dio: Dov’è tuo fratello? (Gen. 4:9) Dove sono tuo fratello o tua sorella ridotti in schiavitù? Dove sono i fratelli e le sorelle che state uccidendo nei magazzini clandestini, nei circoli della prostituzione, nei bambini usati per mendicare, nello sfruttamento del lavoro senza permessi? Non voltiamoci dall’altra parte”.

Il Movimento asiatico delle religiose contro il traffico di esseri umani (Amrat, Asian Movement of Women Religious Against Human Trafficking) mi dà molte opportunità di collaborare e di stringere contatti con le 52 congregazioni religiose che fanno parte di questo forum. In quanto persone consacrate, Dio ci dà un dono speciale di discernimento. Il discernimento ci porta a fare una scelta, che può fare la differenza nella vita del povero, del bisognoso, dell’emarginato, del rifiutato, delle vittime di ingiustizia e crimini. È stato giustamente detto che “i profeti tendono a stare dal lato dei poveri e di chi non ha potere”.

Ogni volta che penso alle vittime di tratta sento nelle mie ossa il pianto di giustizia, il pianto per l’umanità. Grazie alla rete di varie organizzazioni come la International Justice Mission e la Rescue Foundation, ho avuto la possibilità di partecipare ad alcune operazioni di salvataggio in aree a luci rosse. La prima di queste operazioni è stata un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Il luogo era puzzolente, sporco, buio, orribile. Ero scioccata e il mio spirito desiderava la luce, il conforto per me e per il mio popolo. Ho visto negli occhi di quei tre bambini innocenti un pianto per la vita. Erano stati usati come schiavi. Ci hanno implorato e pregato di essere portati via di lì, erano stati picchiati, bruciati, presi a calci, truffati e derubati dai protettori. Credevo che il processo del loro salvataggio sarebbe stato più rapido, ma per il recupero di questi bambini è servita tutta la notte. Questa esperienza ha lasciato un segno nel mio cuore che mi spinge sempre a ricercate la giustizia e ad amare i meno fortunati, i dimenticati, i perduti, gli ultimi e gli sconosciuti.

Quando i capi di polizia di tutto il mondo ed esponenti religiosi, riuniti in Vaticano, si sono impegnati a lavorare insieme per combattere le forme moderne di schiavitù, papa Francesco si è rivolto loro definendo la tratta di esseri umani un “crimine contro l’umanità”. Sì, è davvero un crimine contro l’umanità, in particolare contro i bambini, derubati della propria infanzia e resi schiavi nel mercato di esseri umani. non hanno essi hanno il diritto di trascorrere l’infanzia con dignità? Sono bambini e non schiavi.

L’incontro con le vittime di questo traffico è una sfida per la mia vita. Ha ridestato la mia chiamata a lavorare per gli svantaggiati ed essere dalla loro parte a qualsiasi costo. Prego affinchè Dio Onnipotente dia ad ognuno di noi la grazia di portare avanti la missione cristiana, delicata e umana, di curare le ferite aperte e dolorose dell’umanità, che sono anche le ferite di Cristo. Facciamoci risvegliare dal torpore e alziamo la voce per chi è senza voce, uniamo le mani con tante persone che lavorano per salvare i bambini dalle varie forme di schiavitù.

L’associazione Amrat ha diversi programmi per accrescere la consapevolezza sulla questione del traffico umano. Tra questi vi sono seminari; visite nelle case che accolgono bambini; incontri con coloro che si prostituiscono; servizi di preghiera nelle scuole e nelle università; preparazione di un disegno di legge contro la tratta da parte dei membri di Amrat; giochi di strada; formazione della polizia locale; organizzazione di momenti di preghiera comune, eventi culturali e legami con organizzazioni governative e Rotary Club.

I membri di Amrat ritengono che si debba espandere la nostra conoscenza sul tema del traffico di esseri umani ed estenderla fin nelle viscere di questo male e delle sue più lontane propaggini, fino a quando – passando dalla consapevolezza alla preghiera, dalla preghiera alla solidarietà, dalla solidarietà all’azione concreta – la schiavitù e la tratta non abbiano fine.

Mentre ricordiamo suor Giuseppina Bakhita e tutte le vittime del traffico di esseri umani, con umiltà preghiamo il nostro Signore: “Oh Dio, quando sentiamo parlare di bambini, uomini e donne ingannati e portati in luoghi sconosciuti allo scopo di sfruttamento sessuale, lavoro forzato e vendita di organi, i nostri cuori si indignano e il nostro spirito è addolorato perché la loro dignità e i loro diritti vengono calpestati con minacce, menzogne e violenza.

Oh Dio, aiutaci a contrastare con la nostra vita ogni forma di schiavitù. Ti preghiamo insieme a Santa Bakhita perché la tratta di persone abbia termine.

Donaci saggezza e coraggio per farci prossimo di tutti coloro che sono stati feriti nel corpo, nel cuore e nello spirito, così che insieme possiamo realizzare la tua promessa di vita e di amore tenero e infinito per questi nostri fratelli e sorelle sfruttati.

Tocca il cuore di chi è responsabile di questo grave crimine e sostieni il nostro impegno per la libertà, tuo dono per tutti i tuoi figli e figlie. Amen”.

*appartenente alla Congregazione delle Figlie della carità

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)