Pakistan, ricompare un professore attivista scomparso

Salman Haider era sparito a Islamabad lo scorso 6 gennaio. Prima di lui, si sono perse le tracce di due blogger di Lahore. Un altro blogger disperso si è messo in contatto con la famiglia. Nessuna notizia del presidente della Civil Progressive Alliance of Pakistan.


Islamabad (AsiaNews) – Salman Haider, famoso professore e poeta pakistano e uno dei cinque intellettuali attivisti scomparsi da oltre tre settimane, ha fatto ritorno a casa. Lo ha confermato Zeeshan Haider, il fratello, che ha anche definito “buone” le sue condizioni di salute, senza aggiungere altri particolari. Nel frattempo anche la famiglia di Ahmed Raza Naseer, blogger malato di poliomelite di cui si erano perse le tracce dal 7 gennaio, ha ricevuto prime notizie del parente. Rimane ignota la situazione degli altri tre blogger e attivisti sequestrati, tra i quali anche il presidente della Civil Progressive Alliance of Pakistan.

Haider, docente alla Fatima Jinnah Women’s University di Rawalpindi, era scomparso il 6 gennaio scorso alla periferia di Islamabad, dove si trovava per un viaggio di lavoro. In favore del suo rilascio, così come di quello degli altri intellettuali, si sono espressi numerosissimi cittadini, attivisti e leader religiosi cristiani e musulmani.

Mentre la famiglia gioisce per il suo ritorno, rimangono oscure le motivazioni del sequestro e i responsabili della detenzione. Fin dall’inizio i sospetti sono ricaduti sulle forze di polizia, dato che il professore e gli altri attivisti avevano denunciato a lungo l’estremismo religioso dilagante nel Paese e l’atteggiamento radicale di alcune fazioni delle forze di sicurezza e del governo.

In particolare, Haider ha condotto campagne di sensibilizzazione contro le sparizioni forzate nella provincia del Balochistan. Uno studio della Commissione sulle sparizioni forzate dello scorso dicembre 2016, riporta che dal 2011 in quella provincia sono stati ritrovati i corpi di 936 persone scomparse.

Nelle scorse settimane, accanto ai sostenitori degli attivisti scesi in piazza per manifestare, alcuni estremisti islamici hanno anche diffuso accuse di blasfemia – crimine che in Pakistan è punito con la pena di morte – contro chi chiedeva il ritorno a casa di colleghi e amici. Uno di questi estremisti, un noto presentatore televisivo, è indagato per aver incitato a intraprendere azioni violente e per aver diffuso “discorsi di odio”