Peshawar, i partiti islamici impediscono la revisione dei programmi scolastici
di Shafique Khokhar

In tutto il Paese i libri di testo sono pieni di pregiudizi e commenti discriminatori verso le minoranze. Nel Sindh e Punjab inclusi capitoli sul ruolo delle donne e di noti filantropi. Una ricerca effettuata dalla Commissione nazionale Giustizia e Pace.


Peshawar (AsiaNews) – In Pakistan i partiti islamici impediscono la revisione dei programmi scolastici e diffondono odio e luoghi comuni verso le minoranze religiose, in particolare nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. È il risultato di una ricerca condotta dalla Commissione nazionale Giustizia e Pace (Ncjp) della Conferenza episcopale pakistana, che esamina da cinque anni il contenuto dei libri di studio. La ricerca evidenzia che i partiti religiosi islamici sono diventati un gruppo di pressione tanto forte da rendere i dipartimenti per l’educazione riluttanti ad introdurre modifiche, per paura di ritorsioni e proteste.

Lo studio sottolinea che in tutto il Paese i libri di lingua urdu, storia, studi sociali e studi islamici contengono idee discriminatorie nei confronti delle minoranze. Nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa il rapporto di questo materiale di odio aumenta del 10% rispetto al resto delle province.

La responsabilità è dovuta soprattutto al Ministero dell’educazione, guidato da rappresentanti del Pakistan Tehreek-e-Insaf, un partito che si presenta come liberale. In realtà, evidenzia la Commissione, “il loro approccio manca di priorità e intento politico”. Inoltre il governo provinciale teme l’opposizione e la ritorsione dei partiti religiosi.

Questa debolezza promuove un senso di privazione e crea complessi di inferiorità tra gli studenti che appartengono alle minoranze, aumentando l’abbandono scolastico. I testi che contengono discorsi dell’odio favoriscono anche la radicalizzazione dei giovani, che poi abbracciano l’estremismo.

Aila Gill, attivista e ricercatrice della Ncjp, riporta che in “Khyber Pakhtunkhwa l’educazione è in mano alla destra estrema”. Invece in altre province, come quelle del Punjab e Sindh, ci sono state delle modifiche. “Per esempio – afferma – c’è un capitolo dedicato alla figura di Abdul Sattar Edhi [uno dei più noti filantropi del Paese scomparso a luglio, noto come il “Madre Teresa pakistano”, ndr] e brevi storie su terrorismo e anti-terrorismo”.

“Sembra che nelle due province menzionate – aggiunge – ci sia una certa ritrosia ad escludere i pregiudizi esistenti. Tuttavia i libri di testo includono nuovo materiale, come un capitolo sul ruolo avuto dalle donne per lo sviluppo del Paese all’interno del movimento pakistano. I governi hanno aggiunto anche una sezione dedicata allo status sociale delle donne e al loro ruolo come cittadini, presentando figure di rilievo come Malala Yousafzai [Premio Nobel per la Pace, ndr].  

Amelia Tariq, studentessa cristiana alla Punjab University, racconta che quando era bambina ha “subito sbeffeggiamenti da parte degli studenti della maggioranza islamica, che mettevano in dubbio la mia identità. Far parte della minoranza ti fa sentire isolato”. È compito del governo, conclude, “eliminare dai libri di testo gli elementi di discriminazione e assicurare la protezione degli studenti delle minoranze. I programmi devono promuovere l’armonia, la tolleranza, l’unità e il nazionalismo, così come sono stati promossi dai padri della nazione”.