Suor Bertilla Capra ha ricevuto il visto indiano per un anno

D’ora in poi la missionaria dell’Immacolata dovrà domandare il visto ogni anno, come impiegata di una ong. Il Vimala Dermatological Centre sostenuto dalla popolazione locale. Fra essi vi sono indù, cristiani e musulmani.


Mumbai (AsiaNews) – Suor Bertilla Capra ha di nuovo ricevuto il visto indiano per un anno. La missionaria dell’Immacolata (un istituto vicino al Pime), aveva rischiato di dover lasciare l’India dopo esservi vissuta per 44 anni a servizio dei lebbrosi.

Nei giorni scorsi suor Bertilla, 77 anni, ha ricevuto dal ministero degli interni di Delhi la comunicazione che può rimanere nel Paese fino al novembre 2016 e che d’ora in poi dovrà domandare il visto ogni anno.

In precedenza la suora riceveva un visto valido per cinque anni. Il governo indiano ha spiegato che dal 2010 sono cambiate le regole e che la suora e altre missionarie che lavorano nel campo sanitario e dei lebbrosi, devono domandare il visto per un anno come “impiegate di organizzazioni non governative”.

Ad AsiaNews suor Bertilla ha espresso gratitudine al governo per averle concesso il visto.

Le missionarie dell’Immacolata lavorano da decenni al Vimala Dermatological Centre, situato a Versova, un quartiere di Mumbai, dove curano i malati di lebbra a diversi stadi, non emarginandoli, ma facendoli vivere insieme alle loro famiglie e trovando per loro anche sbocchi professionali.

“Ciò che è molto bello – dice una delle suore – è che la popolazione attorno a noi, indù, cristiana o musulmana, ci sostiene e ogni giorno porta per i malati riso, cereali, frutta, medicine”.

“Anche i medici – aggiunge – che siano dottori, oculisti, o ortopedici vengono a visitare i malati e li curano trattandoli come gli altri pazienti”.