Teheran rilascia i marinai Usa, scongiurata una crisi diplomatica
Il governo iraniano ha liberato i 10 militari americani che avevano sconfinato nelle acque del Golfo per un errore tecnico dovuto a macchinari guasti. La Guardia rivoluzionaria li identifica come “marines”, ma conferma la scarcerazione. Washington si scusa, i repubblicani attaccano la “debolezza” di Obama.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Teheran ha confermato la liberazione dei 10 marinai americani (nove uomini e una donna) fermati nelle acque del Golfo su due motovedette che avevano sconfinato nelle acque territoriali iraniane. Un generale della Guardia rivoluzionaria ha letto in televisione un documento in cui si annunciava la scarcerazione: “I dieci marines non stavano spiando e non sono entrati in maniera intenzionale nelle nostre acque”. Il governo Usa si sarebbe scusato in via informale per l’accaduto, mentre la Marina americana ha aperto un’indagine per “fare chiarezza sull’errore grossolano”.

La detenzione del gruppo di militari statunitensi, dicono gli analisti, aveva il potenziale per innescare una nuova e serissima crisi diplomatica. In ballo c’è infatti la rimozione delle sanzioni Usa nei confronti dell’Iran, misure economiche che hanno messo in ginocchio il Paese. Queste dovrebbero essere annullate con un voto unanime del Congresso americano dopo l’accordo sul nucleare di Teheran.

Il Pentagono conferma l’accaduto e sottolinea la “buona volontà” degli iraniani: “Non abbiamo indicazioni di violenza, i nostri inquirenti faranno luce sull’accaduto”. Il gruppo, ancora in un porto mediorientale non identificato, riprenderanno il mare appena spunta il nuovo giorno “per la loro stessa sicurezza”. Alla base di tutto ci sarebbero delle radio rotte e la necessità di creare un ponte per ottenere informazioni sulla rotta.

A contrastare l’apparente buonsenso dei militari è intervenuta la politica americana. Nel momento in cui avveniva l’incidente, infatti, il presidente Usa Barack Obama pronunciava al Congresso riunito il suo ultimo discorso sullo stato della nazione prima delle presidenziali di novembre 2016. Obama ha sottolineato la necessità di aprire nuovi canali di dialogo con l’Iran e ha chiesto di non demonizzare il mondo islamico, citando tra l’altro anche papa Francesco: “L’odio non prevarrà”.

I candidati repubblicani alla presidenza, tra cui Donald Trump e Marco Rubio, hanno invece usato la vicenda dei marinai come pungolo contro il leader democratico. Il miliardario Trump ha sottolineato la “debolezza di Obama, che invece di parlare dei pasdaran fa loro le coccole”, mentre Rubio – che punta sul voto ispanico – ha dichiarato: “Teheran sta testando i confini di questa amministrazione” per capire fino a che punto può spingersi.

Il generale Hassan Firouzabadi, uno dei “falchi” dell’esercito iraniano, ha risposto: “Questi deputati americani che ogni giorno tirano fuori un nuovo ostacolo contro l’Iran sembrano non avere le giuste informazioni. Spero che l’incidente [con i marinai], che probabilmente non sarà l’ultimo errore delle forze armate americane in questa regione, sia di lezione per questi membri del Congresso abituati a lapidarci”.