Cina, purgati due intellettuali “che hanno criticato il Partito”
I due, Liang Xinsheng e Zhao Xinwei, avrebbero espresso opinioni “non conformi alla linea” e per questo sono stati allontanati dai propri incarichi. Le nuove linee-guida di condotta per i membri del Pcc sono molto più rigide delle precedenti. Analisti preoccupati: “Si schiaccia del tutto la libertà d’espressione, sembra il ritorno della Rivoluzione culturale”.

Pechino (AsiaNews) – L’Ufficio anti-corruzione della ricca provincia meridionale del Guangdong ha licenziato il vice direttore del Dipartimento di inglese dell’Università Normale Lingnan con l’accusa di aver “pubblicato opinioni radicali sul suo account Weibo, opinioni che hanno avuto una cattiva influenza sociale”. L’Ufficio basa il provvedimento sulle nuove, stringenti regole di condotta emanate dal Partito comunista. La cosa preoccupante, sottolineano gli esperti, è che questa decisione “di fatto schiaccia la libertà di espressione in Cina”.

Non è chiaro cosa abbia scritto Liang Xinsheng nei post incriminati. Il governo ha rimosso tutto dalla Rete, e grazie all’attività del proprio esercito di censura telematica ha fatto sparire anche tutto ciò che il docente ha scritto fra il 2012 e il 2014. In ogni caso, le autorità gli hanno garantito la possibilità di rimanere come insegnante, ma non è chiaro se nella stessa università o in un altro luogo.

La punizione dell’accademico arriva pochi giorni dopo l’espulsione dal Partito di Zhao Xinwei, ex direttore dello Xinjiang Daily, accusato di aver “espresso opinioni improprie” su alcune politiche chiave dell’esecutivo. Il giornalista avrebbe espresso dei dubbi sull’operato del Partito nella provincia settentrionale, una delle più turbolente di tutta la Cina a causa degli scontri con l’etnia uighura, e questo “ha creato problemi”.

Zhang Min, analista all’università Renmin di Pechino, ritiene queste notizie “preoccupanti. Si tratta di accuse che possono essere mosse in pratica contro chiunque esprima un’opinione non del tutto identica a quella del Partito. Ma non si tratta di una novità per la Cina, basta pensare al periodo precedente la Rivoluzione culturale e a tutto quel decennio”. Gu Su, docente di filosofia all’università di Nanchino, ritiene che il Partito “stia controllando in maniera sempre più stretta i propri membri”.