Singapore, tutto pronto per lo storico incontro tra Pechino e Taipei
I presidenti delle due nazioni non si sono mai incontrati dal 1949. Lo faranno per la prima volta domani al Shangri-La Hotel di Singapore, già da oggi blindatissimo. Il presidente Ma ha parlato ieri alla stampa, respingendo le accuse dell’opposizione: “L’incontro non ha a che fare con le elezioni. Serve a mantenere lo status quo per il bene della prossima generazione”.

Singapore (AsiaNews) – Fervono i preparativi a Singapore per l’incontro “storico” fra il presidente taiwanese Ma Ying-jeou e il suo omologo cinese Xi Jinping, in programma per domani. Lo Shangri-La Hotel, luogo scelto per l’evento, è da giorni sotto gli occhi della stampa mondiale. Misure di sicurezza eccezionali sono state implementate. A partire dal mezzogiorno (ora locale) di oggi, sono stati installati ingressi speciali alla sala da ballo dell’hotel, che sarà blindata a partire da questa notte. L’incontro, a porte chiuse, è previsto per le 15.10.

Mentre il presidente della Repubblica popolare cinese non ha lasciato alcun commento sull’imminente incontro, il leader della Repubblica di Cina ha risposto ieri alle domande della stampa. Ma Ying-jeou ha confermato che lo scopo principale del faccia a faccia è garantire lo status quo delle relazioni fra le due parti, che significa “no indipendenza, no unificazione e no all’uso della forza”. Il presidente taiwanese ha anche affermato che sia Cina che Taiwan si arrogano il diritto di definire il principio di “Una Cina” [unione territoriale di Cina, Taiwan, Hong Kong e Macao stabilita nel 1992 ndr].

Ma è intenzionato anche a rafforzare il ruolo internazionale di Taiwan: “Spesso incontriamo problemi nel partecipare a eventi internazionali e ne sentiamo parlare molto nell’opinione pubblica. Per questo, all’incontro solleveremo la questione e speriamo di giungere ad un accordo sul tema per permettere a Taiwan di espandere la sua influenza internazionale”. Il capo di governo di Taipei ha comunque ribadito che non verranno firmati accordi né pubblicati comunicati congiunti. Non si parlerà, invece, delle dispute marittime nel Mar Cinese meridionale.

L’incontro è il frutto di dialoghi che sono iniziati al congresso Apec (Asia-Pacific Economy Cooperation) 2014, tenutosi a Pechino. “All’inizio – ha detto Ma – la mia intenzione era di incontrare Xi Jinping all’Apec [che si terrà a Manila a fine mese], ma siccome l’altra parte non ha tempo disponibile non avevamo altra scelta”.

L’incontro con il presidente cinese non è stato accolto in modo positivo dall’opposizione taiwanese, a cui il tempismo della visita (due mesi prima delle elezioni nell’isola) è sembrato sospetto. Essi vi hanno visto il tentativo di raccogliere voti per il partito di Ma, il Kuomintang, che al momento è dato sfavorito contro il Democratic Progressive Party di Tsai Ing-wen. Centinaia di persone sono scese in piazza a Taipei per protestare contro la “svendita” di Taiwan alla Cina. Ma ha smentito le accuse, dicendo che l’incontro “non riguarda le elezioni, ma è basato sulla preoccupazione per la felicità della prossima generazione. Noi speriamo che fare il primo passo nei dialoghi fra i leader di entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan diventi un evento abituale”.

Il Kuomintang è il partito che, sotto la guida di Sun Yat-sen, nel 1949 perse la guerra civile a vantaggio del Partito Comunista di Mao Tze-tung, portando all’esilio del governo “ufficiale” cinese sull’isola di Formosa (Taiwan). A partire da quella data, i presidenti delle due parti non si sono mai incontrati.