Incontro Lavrov Kerry sulla Siria. Più tardi arrivano Arabia saudita e Turchia
di Paul Dakiki
Si cerca un dialogo diplomatico e una soluzione alla crisi siriana. Il destino di Bashar Assad divide i due fronti. Arabia saudita, Qatar, Turchia sono i più intransigenti. Il rischio è che il conflitto si diffonda in tutta la regione.

Beirut (AsiaNews) – Il ministro russo degli esteri Serghei Lavrov si è incontrato stamane a Vienna (Austria) con John Kerry, segretario di Stato Usa nel tentativo di sbrogliare la matassa della crisi siriana. Più tardi essi si incontreranno anche con i ministri degli esteri di Arabia saudita e Turchia. Quello di oggi è un altro segnale dell’importanza acquisita da Mosca nel conflitto medio-orientale dopo aver iniziato i bombardamenti a sostegno del governo siriano e di Bashar Assad contro i terroristi.

Washington, Riyadh e Ankara, invece, pur dicendo di combattere il terrorismo dello Stato islamico, appoggiano in modo diretto o indiretto i gruppi che combattono Assad. L’intervento militare russo in Siria ha cambiato la situazione e ora il regime di Assad sta recuperando forze e terreno perduto.

Il futuro di Assad è il punto di maggior divisione fra i due blocchi. Usa e alleati vorrebbero la cacciata del leader siriano, anche se negli ultimi giorni la diplomazia americana è divenuta più possibilista.

Turchia, Arabia saudita e Qatar invece rimangono sulle loro posizioni.

L’incontro di oggi dovrebbe cercare una qualche via media, dopo che lo scorso 20 ottobre Assad si è recato a Mosca, nel suo primo viaggio ufficiale all’estero dall’inizio del conflitto nel 2011.

Ieri parlando a Sochi, al Club di Valdai, un forum di esperti di politica, il presidente Vladimir Putin ha bollato come “doppio gioco” la politica degli Stati Uniti.

“E’ sempre difficile – ha detto – fare il doppio gioco: dichiarare guerra ai terroristi e nello stesso tempo cercare di usare qualcuno di loro per organizzare i pezzi della scacchiera del Medio oriente secondo i propri interessi”.

D’altra parte anche la Russia, nelle sue magistrali mosse di queste settimane, sta cercando di difendere i suoi interessi nella regione, come la base navale di Tartous, dove sono attraccate navi militari di Mosca in modo stabile.

Intanto in Siria e attorno alla Siria si stanno accumulando armi e armati, mentre la popolazione siriana è stremata da quasi cinque anni di guerra che hanno fatto oltre 250mila morti.

Secondo esperti militari della regione, se in questi giorni non si trovano piste diplomatiche per risolvere il caos siriano, la guerra rischia di diffondersi in tutta la regione.